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Renzi, Di Battista e Berlusconi ospiti di Mentana a “Bersaglio Mobile” (DIRETTA)

Il premier del Pd, il parlamentare pentastellato e il leader di Forza Italia saranno protagonisti di tre faccia a faccia con Enrico Mentana. Giunti al rush finale, proveranno a conquistare i voti degli indecisi in vista delle europee del 25 maggio.
A cura di Andrea Parrella
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A cinque giorni dalle elezioni europee la televisione continua ad essere il centro nevralgico della campagna elettorale, a dimostrarlo ancora di più è stata naturalmente la partecipazione di Beppe Grillo a Porta a Porta. Ed ecco che i leader delle principali compagini politiche continuano ad invadere il tubo catodico pur di accaparrarsi gli ultimi voti disponibili degli indecisi in vista delle elezioni europee del 25 maggio. Il premier Matteo Renzi, segretario del PD, Silvio Berlusconi per Forza Italia e Alessandro Di Battista del MoVimento 5 Stelle saranno ospiti di Enrico Mentana a Bersaglio Mobile nella prima serata di La7. Si tratterà di tre faccia a faccia tra il direttore del tg La 7 e i tre esponenti politici, una possibilità che Mentana ha sfruttato vista l'assenza di Ballarò (in onda su Rai3 la tribuna elettorale). La tornata elettorale europea ha davvero un peso politico come dicono dal MoVimento 5 Stelle, oppure ai fini della sostenibilità dell'esecutivo il risultato non avrà alcun effetto di sorta? Berlusconi riuscirà a colmare uno svantaggio che sulla base dei sondaggi pare, al momento, quasi insormontabile? Domande alle quali Mentana proverà a dare risposte.

23.58 – La speranza elettorale di Di Battista è chiara e così si chiude la trasmissione: "Se raggiungiamo il 30% esulto, sopra il 27% sono soddisfatto".

23.45 – Di Battista ci tiene a separare, per quanto similare, il parere dei 5 stelle sulla Russia rispetto a quello di Berlusconi e Forza Italia: "Berlusconi ha interessi personali ed economici con Putin, noi no. Noi non siamo filo russi, assolutamente, pensiamo che un referendum possa essere o meno legittimo. Siamo per un popolo italiano che sia sovrano". Riguardo l'ipotesi di uscita dalla Nato: "Io ci rifletterei, bisogna capire se stare nella Nato significa essere sudditi degli americani ed avere armi nucleari quando non li vogliamo, allora io ne discuterei con la rete". Poi il pentastellato esprime il suo parere personale sulla questione Euro:

Il futuro dell'Italia per me è una sovranità monetaria dell'Italia, così come energetica e mediatica. Io in futuro sogno un paese che stampi la propria moneta. In questo momento il referendum per l'ipotetica uscita dall'euro è un'arma che possiamo spendere nei confronti dell'Europa.

23.41 – Il conduttore chiede a Di Battista se loro interpretino davvero la parte giustizialista del parlamento: "Io come tutti i miei colleghi, come credo chiunque, ha provato dolore nel votare l'arresto di Genovese, non l'ho fatto a cuor leggero. Ma noi non siamo giustizialisti, semplicemente abbiamo letto le carte e, per quello che aveva fatto, se Genovese fosse stato una persone normale sarebbe stato già in carcere". 

23.34 – Mentana evidenzia una problematica possibile riguardo la credibilità di M5s, ovvero l'idea che siano ancora inesperti, ma Di Battista conferma: "Abbiamo imparato, all'inizio avevamo paura, ma poi abbiamo capito, abbiamo studiato e ci affianchiamo di legali di primo ordine. In parlamento portiamo idee, ma le nostre leggi sono studiate da professionisti". Sulle espulsioni:

Grillo e Casaleggio non erano nemmeno a conoscenza dei nomi di coloro che sono stati poi espulsi. Io sono stato uno dei più intransigenti perché ho capito come loro provino ad assorbirti, a dividere singolarmente ognuno di noi dagli altri.

23.28 – L'Expo è un'istanza centrale, da sempre, del M5s, che dopo l'emergere degli scandali ne caldeggia la chiusura. Di Battista sostiene addirittura che "Chiudere un evento del genere potrebbe risultare virtuoso e magari concederci di essere preso in considerazione per i prossimi eventi".

23.18 – "Se Renzi fa campagna elettorale per queste elezioni europee vuol dire che ha paura, il loro atteggiamento negli ultimi giorni è cambiato, sono arrivato a sentir dire Delrio ‘Ci basta un voto in più'. Questo significa l'importanza di un'opposizione che per anni non c'è stata. Ma adesso l'opposizione non ci basta più". Mentana lascia Di Battista argomentare a tutto campo e il parlamentare sfrutta a pieno l'occasione per ribadire un'affinità ‘politica' iniziale con il Pd, dalla quale si è dovuto immediatamente ricredere: "Inizialmente mi veniva spontaneo chiedere ai colleghi del Pd come facessero a governare con Forza Italia. Dopo un anno in parlamento in cui ho visto il Pd votare certe indecenze, mi verrebbe da chiedere a quelli di Forza Italia come facciano a governare con quelli del Pd".

23.08 – Di Battista parte immediatamente col carico pesante, scomodando il concetto di mafia associato ai partiti, parlando di una Repubblica fondata sul ricatto: "Dopo il risultato di febbraio solo riconfermare il 25% sarebbe un successo, ma io francamente non mi accontenterei nemmeno del 28%, perché negli ultimi giorni ho avuto una percezione di avvicinamento da parte dello zoccolo duro del paese che ritenevo impensabile. I primi mesi per noi è stata dura, 150 estranei che entravano in palazzi che non conoscevano. Ma oggi mi sono anche stancato di stare all'opposizione perché ho capito quello che potremmo fare al governo. La mafia in parlamento è Civati costretto a stare in un partito che non gli piace perché ha pagato 35mila euro per la campagna elettorale, è Cuperlo che dice cosa interessanti in parlamento ma è costretto ad accettare la mafia del compromesso. A me pare assurdo stare qui dopo Renzi e Mentana, un perfetto sconosciuto che prima di tutto questo non aveva diritto di contestare". 

22.59 – Berlusconi conclude con un vaticino sulle prossime politiche e i suoi propositi per la tornata elettorale del 25 maggio: "Fra un anno, un anno e mezzo al massimo ci sarà necessità di passare attraverso nuove elezioni. E' un successo arrivare al 21% che sarebbe stato possibile senza la diaspora di Alfano e gli altri. Sarebbe un insuccesso stare sotto il 20%, ma non sarebbe una cosa che ci precluderà di perseguire gli obiettivi futuri. Abbiamo messo a punto questo enorme progetto dei club e della democrazia e la libertà, che sta già dando i suoi frutti". E termina con una domanda-slogan agli elettori: "Se doveste affidare qualcuno i vostri risparmi li dareste a Renzi che non ha mai gestito un'azienda, o a me?"

22.50 – Il leader di Forza Italia si esprime anche sulla situazione ucraina, visto anche il suo coinvolgimento per l'amicizia con Putin. Parte da lontano raccontando della Crimea come di un territorio "donato" dalla Russia all'Ucraina. Le successive problematiche, secondo Berlusconi, giustificano la posizione di garanzia assunta dall'esercito russo per evitare rischi per i cittadini della Crimea dopo la decisione della secessione. In sostanza, per Berlusconi, nella vicenda, Putin ha pienamente ragione, parere che lo vede in linea con Grillo, peraltro.

22.33 – Berlusconi non può esimersi dal parlare del futuro del suo partito e della sua area, di ciò che sarà dopo di lui e la canzone va naturalmente indirizzata verso sua figlia: "Non voglio nemmeno pensare che anche a Marina possa capitare tutto quanto accaduto a me. Per il resto sono i miei figli che decidono, perché sono un padre liberale. Io avevo scelto un mio successore e abbiamo visto cosa ha fatto (Alfano, ndr). Se non dovesse accadere una grande riforma che dia la possibilità ad una singola forza di guidare il paese, i moderati dovranno stare insieme per esistere. La convenienza spinge tutti verso ciò che è più conveniente". Mentana approfitta anche per chiedergli se avesse pensato di improntare una campagna elettorale in chiave antieuro: "Non ritengo realistico si possa andare avanti senza moneta unica, ma ritengo indispensabile una riforma radicale del sistema, che comporti il rafforzamento di una Banca Centrale reale che stampi moneta e possa svalutarla immediatamente per favorire gli scambi".

22.27 – Bisogna votare per Forza Italia perché questo è l'unico partito che potrà garantire sicurezza agli italiani. Quelli del Movimento 5 stelle si isoleranno e conteranno molto poco, mentre il Pd sta nel Psi che è minoranza in parlamento, dunque con poco parere decisionale". Poi continua ironico, visti i precedenti personali: "Se dovesse ribaltarsi questa situazione avremmo un grande regalo, perché ci troveremmo a sottostare alle scelte del signor Martin Schulz, che tutti conosciamo". Inoltre va detto che Berlusconi sia fortemente contrario anche alla figura di Junker, candidato del Ppe, la compagine di cui fa parte il suo partito, al punto che afferma farà di tutto, dopo le elezioni europee, per impedire che questa scelta venga confermata.

22.24 – Mentana interroga Berlusconi su quell'ipotesi fortemente ventilata dopo le dichiarazioni delle ultime settimane in merito ad un ipotetico golpe che causò la caduta del suo esecutivo nel 2011, probabilmente un elemento su cui avrebbe totalmente basato la sua campagna elettorale se la sua posizione giuridica non gliel'avesse in parte proibito: "La mia situazione non mi permette di esprimermi in merito, ma dal momento della caduta del mio governo il Pd ha messo in piedi una campagna ed un'operazione che portasse alla mia decadenza da Senatore".

22.20 – Berlusconi si ritiene assolutamente esente da colpe di alcun tipo rispetto alle attuali difficoltà: "Siamo stati giudicati come il miglior governo della storia democratica di questo paese. Non ritenevamo opportuno far cadere il governo Monti perché avrebbe avuto effetti disastrosi sul nostro paese. Anche per quel che riguarda il Fiscal Compact, non eravamo d'accordo ma abbiamo deciso di votare nonostante tutto per evitare che il governo cadesse".

22.17 – Berlusconi comincia il suo faccia a faccia sottolineando la pericolosità degli effetti che Grillo potrebbe avere sul sistema, con quel "Processo sommario al sistema democratico del nostro paese. Sono andato a risentire alcuni discorsi di Hitler e, eliminando le contestualità e somministrandoli ad alcuni amici come discorsi di Grillo, con sorpresa ho notato che nessuno si accorgesse della differenza". 

22.06 – "Berlusconi e Grillo possono raccontarci quel che credono, ma noi le riforme le facciamo, non mollo di un centimetro". Così comincia il messaggio in calce di Matteo Renzi, che poi conclude confermando: "Grillo che parla di Napolitano in relazione al risultato delle europee dimostra che non ha un'idea chiara di queste elezioni e ne stravolge il senso. Voglio invitare a votare tutti per l'Europa, perché l'Europa cambia scuola e lavoro".

21.52 – Mentana prova a spostare l'attenzione sulla questione estera, mettendo la sua idea del conflitto in Ucraina, con quella del M5s, più indulgente nei confronti di Putin. Renzi: "Io credo che questa non sia una situazione che si risolverà a stretto giro, ma anzi andrà avanti per molto. E' proprio per questo che serve l'Europa, che non serviranno iniziative singole ed estemporanee. L'Europa serve in Libia, serve in Nigeria". E il conduttore si concentra sulla Libia, sostenendo che, a fronte della situazione attuale, si rimpiange quasi Gheddafi:

Aldilà che un dittatore non si rimpiange mai. E' naturale che dal punto di vista dei profitti noi abbiamo subito delle perdite a causa delle difficoltà attuali, ma non credo la cosa sia da attribuire all'aver fatto decadere Gheddafi, ma a non aver gestito la situazione dopo. Restituiamo all'Italia il nome di seminatrice di pace, lasciamo stare Hitler e Stalin.

21.44 – Sui risparmi alla spesa pubblica resta una battaglia dialettica coi cinque stelle: "Grillo si è presentato a Porta a Porta con un assegno di restituzione di danaro. Se l'avessimo voluto fare noi ci saremmo dovuti presentare col libretto degli assegni. Noi abbiamo impedito si votasse per le province, abbiamo rivenduto le auto blu e abbiamo in programma riforme che ridurranno la spesa pubblica".

21.40 – Perché votare Pd, dunque? Renzi la mette in questo modo: "Di chi è il blog di Grillo? A chi appartiene a Forza Italia? Il Pd è un partito che appartiene ad un singolo. Io penso alle primarie con Bersani, non mi hanno cacciato fuori, non mi hanno escluso. Ho perso, ma la volta successiva, andando di casa in casa, ho vinto io e le cose sono cambiate perché stiamo facendo una scommessa, per un Pd che non solo rientra nel Psi, ma rientra nelle piazze".

21.37 – Matteo Renzi si concentra sui toni assunti dalla campagna elettorale, sferrando un attacco a coloro che sperano nella sconfitta dell'Italia, quelli che in buona sostanza definisce "gufi" in ambienti meno istituzionali. Si riferisce naturalmente ai principali avversari politici del M5s, che sperano in un calo del Pil per poter dire che il governo vada male.

21.30 – Renzi ridimensiona il valore della tornata elettorale, o meglio cerca di persuadere chi ascolta che le percentuali e i risultati dei singoli partiti avranno un'importanza marginale. Evidentemente persegue nella logica inseguita in questa campagna elettorale, quella contrapposta al M5s di non ritenere queste elezioni europee determinanti ai fini politici: "Se così l'avessimo pensata, avremmo messo il nome sul simbolo, così come hanno fatto altri come Grillo". Poi l'ironia sulla comparazione di Grillo degli 80 euro del suo decreto con la logica elettorale della scarpa destra-scarpa sinistra di Achille Lauro: "Grillo è un grande esperto di comunicazione, ma in questo caso gli 80 euro sono strutturali e mi auguro che aiuteranno i consumi interni […] Dopo tanti governi che hanno pensato ai mercati mondiali, noi ci siamo occupato dei mercati rionali. Si tratterebbe di una semplice misura elettorale se si chiudesse a maggio, ma non è così".

21.26 – Si inizia da Renzi e Mentana, ripercorrendo gli ultimi cinque mesi, chiede al premier cosa si aspetti da queste europee. La risposta è sintetica: "Che il Pd cambi l'Europa". Poi l'augurio è quello di arrivare davanti a Grillo "A differenza dell'ultima volta".

Io non faccio il tifo per nessuno partito, io faccio il tifo per l'Italia, non mi va che si vada all'estero e si trattino gli italiani come i pagliacci. Sono molto ottimista sui risultati delle elezioni.

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