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Renzi: “Depenalizzazione reato di clandestinità non sarà nel prossimo cdm”

Il Presidente del Consiglio conferma quanto dichiarato da Alfano e Boschi: della cancellazione si discuterà in futuro.
A cura di Davide Falcioni
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Sulla depenalizzazione del reato di clandestinità è il Presidente del Consiglio a spiegare che non si tratta di un punto di imminente discussione politica: non sarà infatti all'ordine del giorno nel prossimo consiglio dei ministri, che si svolgerà venerdì prossimo. Secondo Renzi, intervistato ieri dal TG1, a proposito di immigrazione "l'Europa deve avere una posizione comune: no alla demagogia ma no anche al buonismo esasperato, chi sbaglia deve essere mandato via".  Poi il Presidente del Consiglio chiarisce: "Secondo i magistrati il reato in quanto tale non serve, non ha senso e intasa i tribunali, ma è anche vero che c'è una percezione di insicurezza per cui questo percorso di cambiamento delle regole lo faremo con calma, tutti insieme, senza fretta".

Matteo Renzi quindi parla della riforma costituzionale, arrivando a definirla la "madre di tutte le battaglie". "Sono convinto che gli italiani staranno dalla nostra parte", spiega Renzi, aggiungendo di essere comunque pronto a "trarne le conseguenze" se il risultato delle urne non premierà la linea dettata dal governo. "Il referendum non è un plebiscito ma è giusto che la parola passi ai cittadini". Ma il 2016 è anche l'anno delle elezioni amministrative in città come Roma, Napoli, Milano e Torino. A tal proposito il premier è chiaro e rispolvera un vecchio "adagio":  "Le prossime amministrative non sono un test sul governo ma sono un test per scegliere i sindaci" delle città che andranno al voto. Poi Renzi aggiunge: "Non voglio passare le mie giornate a ragionare di coalizioni. In queste settimane girerò l'Italia, per dire che l'Italia è ripartita e deve riscoprire l'anima più bella che ha, quella della cultura".  Per finire il Presidente del Consiglio parla del rapporto con l'Europa: "L'Italia ha fatto le riforme e ha le carte in regola, l'Italia a casa propria deve continuare con le riforme ma è finito il tempo in cui l'Europa ci dava lezioni e i compiti da fare. L'Italia c'è e inizia a farsi sentire", sottolinea.

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