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Renzi: “Deluso dalla dirigenza Pd. C’è un limite a tutto”

Il Sindaco di Firenze si sfoga in una intervista a La Stampa: “A guardare i giornali dell’ultima settimana, sembra che abbia attentato alla vita del governo almeno quattro volte. C’è un limite a tutto. Mi auguro che nel Pd qualcuno faccia una riflessione”.
A cura di Redazione
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Dopo la mail inviata ai suoi sostenitori, Matteo Renzi torna a parlare della situazione del Partito Democratico, stretto tra i limiti dell'esperienza di governo, le ambasce del caso Ablyazov ed un imminente congresso che rischia di trasformarsi nella resa dei conti inevitabile. Per farlo sceglie di rilasciare un'intervista al quotidiano La Stampa, nella quale tocca i principali temi all'ordine del giorno e non risparmia qualche stoccata polemica ai suoi compagni di partito. Sono stufo di questo fuoco di sbarramento incomprensibile su ogni cosa che faccio", confida a Marco Bardazzi, "se non devo partecipare al congresso lo dicano, ma non strumentalizziamo per vicende del Pd una bimba di sei anni che è stata presa dalle forze speciali".

Anche perché sulla questione Ablyazov – Shalabayeva la sua posizione è chiara:

Non faccio una questione Alfano o non Alfano, altrimenti diventa tutto strumentale, non sono alla ricerca di un capro espiatorio. Non si può affrontare la vicenda di una signora e di una bambina di sei anni rimpatriate a forza, dando la colpa alle forze dell’ordine o gestendo il tutto come una gigantesca strumentalizzazione correntizia del Pd verso il congresso, in difesa del proprio capodelegazione. Questa è una questione di libertà

Sugli equilibri interni al Pd, poi il Sindaco di Firenze è deciso: "Sono veramente amareggiato e anche deluso dell’atteggiamento del gruppo dirigente del mio partito, che non perde occasione per aprire una polemica con me. Non capisco, mi fa cadere le braccia un atteggiamento che deriva nel risentimento personale. Sto riflettendo molto. A guardare i giornali dell’ultima settimana, sembra che abbia attentato alla vita del governo almeno quattro volte. C’è un limite a tutto. Mi auguro che nel Pd qualcuno faccia una riflessione"

Secca anche la risposta alle critiche per il suo viaggio in Europa:

In primo luogo, sono andato con un’idea di Europa che non è quella che vedo esprimere qui, dove il massimo che i nostri politici sanno dire è: “Non dobbiamo fare la fine della Grecia”. Serve un’idea di Europa in positivo per le prossime generazioni. […] D’Alema ha un ruolo importante nell’internazionale socialista e in questo suo giudizio ha sicuramente un peso il prossimo voto in Germania. Mi chiedo se abbia usato lo stesso tono quando da segretario Pds incontrò Kohl negli anni Novanta: non so se gli abbia detto con chiarezza che la sua politica era sbagliata.

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