Renzi: “Decreto Caivano è populismo giustizialista. Soglia del 4% per le europee? Proveremo a superarla”
"C’è un fatto di cronaca e loro propongono un decreto. Questa non è politica, questo è populismo giustizialista. Si investa in cultura, in educazione, nelle periferie": sul decreto Caivano, il giudizio di Matteo Renzi è netto. In un'intervista rilasciata al quotidiano Avvenire, il leader di Italia Viva ha voluto ribadire la sua terzietà rispetto ai principali partiti della scena politica italiana: da un lato i "sovranisti" Meloni e Salvini, dall'altro i "populisti" Schlein e Conte. Il suo obiettivo è quindi puntare a tutti i riformisti del Partito Democratico e ai delusi da Forza Italia: "C’è spazio per una casa comune di chi crede in un altro modo di far politica. Il centro è questo, l’unica alternativa a chi vive di slogan".
L'ex premier ha annunciato lunedì che si candiderà alle elezioni europee del prossimo anno con la lista "Il Centro", un progetto per riunire i riformisti dopo la rottura con Azione di Carlo Calenda. "Io ho un po’ di esperienza – ha detto Renzi – e voglio contribuire a dare la sveglia, perché credo nel sogno europeo e non voglio lasciare Bruxelles in mano ai sovranisti e ai populisti". Ma la soglia del 4% sarà uno scoglio complicato da sorpassare, nelle sue parole non c'è certezza bensì un auspicio: "Cercheremo di superarla".
Infatti, il progetto del Terzo Polo poteva contare su un'elezione praticamente certa visti i numeri dei sondaggi e il risultato alle elezioni politiche del 2022, che ha sfiorato l'8%. L'intervista al leader di Italia Viva è un'occasione per scagliare un'altra freccia verso Calenda: "Purtroppo è abituato a lasciare le cose a metà, come ha fatto a Strasburgo e in Campidoglio". Ma la porta per l'ex socio terzopolista rimane aperta: "Se ci ripensa, noi siamo qui". Praticamente uno schiaffo e poi una carezza. Invece, la chiusura verso il Nazzareno sembra totale. Renzi ha definito "grillini ad honorem" i dem che sostengono il Reddito di Cittadinanza e criticano il Jobs Act, che secondo lui è "una grande riforma, non una cosa di cui vergognarsi".
Sul governo Meloni non si è espresso solamente contro il decreto ad cronacam approvato ieri, ma ha bocciato l'esecutivo pure sulla gestione dell'immigrazione. Infatti, l'ex premier ha ricordato come i partiti della maggioranza abbiano fatto campagna elettorale per anni invocando il blocco navale, ma una volta arrivati al potere si sono visti gli sbarchi raddoppiare: "Smettiamola di vivere con la paura del migrante e impostiamo una strategia di lungo periodo che preveda diritti e doveri, a cominciare dalla cittadinanza con lo ius culturae". Tuttavia, Renzi si dice disposto a valutare la riforma istituzionale di Casellati che introdurrebbe il premierato: "Se farà una proposta di legge come quella del Sindaco d’Italia, noi chiaramente la votiamo: era nel nostro programma, non abbiamo cambiato idea".