video suggerito
video suggerito

Renzi: “Decreto Caivano è populismo giustizialista. Soglia del 4% per le europee? Proveremo a superarla”

Matteo Renzi, intervistato da Avvenire, ha criticato il governo Meloni sul decreto Caivano. Ha parlato anche della sua candidatura alle europee e del nodo alleanze, non risparmiando attacchi a Calenda e Schlein.
A cura di Andrea Miniutti
104 CONDIVISIONI
Immagine

"C’è un fatto di cronaca e loro propongono un decreto. Questa non è politica, questo è populismo giustizialista. Si investa in cultura, in educazione, nelle periferie": sul decreto Caivano, il giudizio di Matteo Renzi è netto. In un'intervista rilasciata al quotidiano Avvenire, il leader di Italia Viva ha voluto ribadire la sua terzietà rispetto ai principali partiti della scena politica italiana: da un lato i "sovranisti" Meloni e Salvini, dall'altro i "populisti" Schlein e Conte. Il suo obiettivo è quindi puntare a tutti i riformisti del Partito Democratico e ai delusi da Forza Italia: "C’è spazio per una casa comune di chi crede in un altro modo di far politica. Il centro è questo, l’unica alternativa a chi vive di slogan".

L'ex premier ha annunciato lunedì che si candiderà alle elezioni europee del prossimo anno con la lista "Il Centro", un progetto per riunire i riformisti dopo la rottura con Azione di Carlo Calenda. "Io ho un po’ di esperienza – ha detto Renzi – e voglio contribuire a dare la sveglia, perché credo nel sogno europeo e non voglio lasciare Bruxelles in mano ai sovranisti e ai populisti". Ma la soglia del 4% sarà uno scoglio complicato da sorpassare, nelle sue parole non c'è certezza bensì un auspicio: "Cercheremo di superarla".

Infatti, il progetto del Terzo Polo poteva contare su un'elezione praticamente certa visti i numeri dei sondaggi e il risultato alle elezioni politiche del 2022, che ha sfiorato l'8%. L'intervista al leader di Italia Viva è un'occasione per scagliare un'altra freccia verso Calenda: "Purtroppo è abituato a lasciare le cose a metà, come ha fatto a Strasburgo e in Campidoglio". Ma la porta per l'ex socio terzopolista rimane aperta: "Se ci ripensa, noi siamo qui". Praticamente uno schiaffo e poi una carezza. Invece, la chiusura verso il Nazzareno sembra totale. Renzi ha definito "grillini ad honorem" i dem che sostengono il Reddito di Cittadinanza e criticano il Jobs Act, che secondo lui è "una grande riforma, non una cosa di cui vergognarsi".

Sul governo Meloni non si è espresso solamente contro il decreto ad cronacam approvato ieri, ma ha bocciato l'esecutivo pure sulla gestione dell'immigrazione. Infatti, l'ex premier ha ricordato come i partiti della maggioranza abbiano fatto campagna elettorale per anni invocando il blocco navale, ma una volta arrivati al potere si sono visti gli sbarchi raddoppiare: "Smettiamola di vivere con la paura del migrante e impostiamo una strategia di lungo periodo che preveda diritti e doveri, a cominciare dalla cittadinanza con lo ius culturae". Tuttavia, Renzi si dice disposto a valutare la riforma istituzionale di Casellati che introdurrebbe il premierato: "Se farà una proposta di legge come quella del Sindaco d’Italia, noi chiaramente la votiamo: era nel nostro programma, non abbiamo cambiato idea".

104 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views