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Renzi: “Da M5s solo menzogne, grillini hanno da tempo litigato con la verità”

Il premier sulla foto pubblicata dal blog di Grillo riguardo la contestazione a Napoli: “difficile credere che ci trattino proprio da incapaci di intendere e volere, ma è così”.
A cura di Redazione
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Nella sua Enews di oggi Matteo Renzi ha dedicato la "rubrica della bufala" al Movimento 5 stelle. "Per raccontare ai propri adepti che la contestazione a Napoli era oceanica, il blog di Beppe Grillo ha preso l’immagine di Piazza Plebiscito piena di gente. Solo che quelli erano lì non per contestare il premier, ma per abbracciare il Papa. Già, per far vedere che la piazza era numerosa, hanno cambiato foto e hanno messo la foto della visita papale! Lo so, è difficile credere che ci trattino proprio da incapaci di intendere e volere: ma è così", ha scritto il presidente del Consiglio, che ha ulteriormente attaccato i grillini, accusandoli di mistificare "la realtà sempre: quando parlano in tv, quando mettono le foto sui social network, quando ci accusano di essere complici e collusi con le mani sporche di denaro. Oggi un deputato famoso per aver detto che l’uomo non è arrivato sulla Luna (tutta un’invezione degli americani, si capisce) ha detto che ‘non c’è nessuna differenza tra camorristi e questi governanti'. Capite con chi abbiamo a che fare?".

Per Renzi quelle dette dagli esponenti del Movimento di Grillo "sono semplicemente incredibili menzogne. Loro pensano che basti ridirle perché gli italiani ci credano. Ma non è così: gli italiani sanno riconoscere chi fa teatrini e chi fa politica. Solo che noi dovremo ogni giorno dire e ribadire che quella non è la verità. Dovremo chiedere che quando arriveranno i processi per le loro incredibili e squallide accuse, loro rinuncino alle immunità parlamentari per essere giudicati, da cittadini come amano essere chiamati. E tra di noi mantenere il sorriso più pieno: questi signori non sono cattivi, sono solo persone che da tempo hanno litigato con la verità. Non riescono a dirla, nemmeno con le foto. Ma la verità è più forte di loro. Basta avere pazienza e un buon carattere".

Tempa Rossa

Renzi è poi tornato sulla polemica su Tempa Rossa, dopo le rivelazioni derivanti da una indagine della procura di Potenza. "Se qualcuno ruba, va fermato e messo in carcere. Se qualcuno commette reato, va giudicato con sentenze che devono essere giuste e veloci. Ma se ci sono dei problemi si fermano i colpevoli, non le opere. L’Italia è un Paese in cui per molti anni si è preferito dare ascolto ai processi celebrati nei talk-show o su altri media e non nei tribunali. Con il risultato che i colpevoli la sfangano. E le opere si bloccano. Io voglio bloccare i ladri, non le opere.
Saremo davvero cambiati quando davanti a un problema si arresta chi è giudicato colpevole, ma non si blocca l’opera. Troppo spesso abbiamo bloccato le opere pubbliche e private, lasciando in libertà i responsabili", si legge. Il presidente del Consiglio ha ricordato che il suo governo ha reso "più dure le pene per chi corrompe o è corrotto. Abbiamo reso operativa l’autorità nazionale anticorruzione scegliendo Raffaele Cantone. Abbiamo introdotto i reati ambientali che prima non erano previsti dal Codice. E contemporaneamente abbiamo sbloccato decine di opere pubbliche e private che altrimenti sarebbero costate miliardi agli italiani. Non sprecare ciò che abbiamo è la prima regola del gioco, da quando siamo noi al Governo. Se un’opera di interesse pubblico si blocca, non è che non paga nessuno: al contrario, paghiamo tutti". È evidente, secondo Renzi, il tentativo "di far passare il messaggio che in politica tutti sono uguali. Ma io resto tenacemente attaccato alla realtà. Rivendico con forza lo sblocco di Tempa Rossa come rivendico di aver sbloccato con leggi e emendamenti Expo, la variante di Valico, Pompei, il Bisagno, le iniziative contro il dissesto e per le bonifiche, la Napoli Bari, il Quadrilatero, Fiumicino, l’aeroporto di Venezia".

Bagnoli

"Bagnoli è un'area bellissima, meravigliosa. Totalmente abbandonata da una politica incapace di decidere. Da una politica maestra nell’arte del rimpallo di responsabilità. Abbiamo deciso di decidere. E visto che il Comune non lo faceva, lo abbiamo fatto noi, nominando un Commissario", ha scritto Renzi, sostenendo di essere stato accusato fin quando non è stato mostrato il progetto. "Non c’è un solo centimetro cubo in più di quanto previsto dal Comune  – ha detto – Anzi ci sono meno case e meno spazi commerciali. C'è invece una sorpresa per gli addetti ai lavori, una sorpresa che tuttavia io ritengo un atto dovuto: eliminiamo la colmata. Cosa è la colmata? Il più grande scandalo ambientale di Bagnoli. Un milione di metri cubi di rifiuti lasciati a marcire per decenni. Ci vorranno 272 milioni di euro per ripulire le schifezze che sono state fatte nei 230 ettari di Bagnoli. Ma per noi è una priorità. E lo Stato c’è. Perché se riparte Bagnoli, riparte Napoli e riparte il Mezzogiorno".

Per Renzi, in sintesi, "Bagnoli è la più grande operazione di risanamento ambientale mai fatta in Italia (i nostri tecnici dicono d’Europa, ma io sto prudente, non si sa mai). La sola colmata vale undici ecomostri. L’operazione Bagnoli porterà risanamento ambientale e lavoro, anche dall’estero". Poi il premier torna sulla sua visita a Napoli, dove "ci era stato suggerito di non venire" perché "non graditi nella città che autorevoli esponenti delle istituzioni hanno definito ‘derenzizzata'. Assessori comunali sono scesi in piazza con i manifestanti invitandomi a non entrare in questa città: come immaginate – conoscendomi – sono andato a Napoli ancora più volentieri: ho allungato il programma, aumentato gli impegni e mi sono anche mangiato una buonissima pizza margherita con la candidata sindaco del PD, Valeria Valente".

Sulle proteste durante il suo soggiorno nel capoluogo partenopeo, nella Enews si legge che per "cultura politica e senso di legalità se viene un rappresentante delle Istituzioni non si accoglie con sassi e bottiglie di vetro: anzi, lasciatemi dare il mio abbraccio affettuoso e solidale agli agenti di polizia che sono stati lievemente feriti negli scontri. Non essendo io permaloso, tuttavia, ho gradito moltissimo il pomeriggio napoletano. E di conseguenza ho deciso che domani, sabato mattina, ci tornerò col ministro Franceschini per parlare di turismo e cultura a Pietrarsa. Entro quindici giorni poi torneremo di nuovo per andare in Regione Campania a firmare con Enzo De Luca il Patto per la Campania. Se pensano di farci paura, hanno sbagliato destinatari. La maggioranza degli italiani lavora, non urla. E chi lavora vuole che la politica finalmente faccia qualcosa, anziché discorsi".

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