Renzi conferma: “Alle Europee il mio nome non sarà sul simbolo del Pd”
Solo qualche giorno fa Beppe Grillo aveva fatto capire di voler puntare tutto sulle imminenti Elezioni Europee, spiegando: "Se vincessimo la consultazione, il Pd dovrebbe trarne le conseguenze". Il tentativo è chiaramente quello di trasformare la consultazione per il rinnovo del Parlamento europeo in una sorta di referendum sull'operato del Governo e più in generale sul "grado di apprezzamento" degli italiani per l'operato dei partiti politici. Una linea che non convince affatto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi che, nell'ormai consueto colloquio con Federico Geremicca de La Stampa, attacca: "Le elezioni europee non sono un referendum su di me. E nemmeno sul governo". Ma non solo, perché Renzi conferma anche la volontà di non apporre il suo nome sulle schede elettorali: "Noi andremo al voto senza il mio nome nel simbolo del Pd, il partito è forte e strutturato. Non credo che si tratti di una tornata elettorale difficile, drammatica per noi. Come dicevo, il Partito democratico è forte e strutturato e credo che, al di là delle elezioni europee, nelle amministrative possa recuperare il Piemonte, l’Abruzzo, Prato e qualche altro comune".
Una questione che sarà poi rimandata "alle politiche del 2018", mentre Renzi per il momento preferisce confrontarsi con questioni più rilevanti. Alla partecipazione al G7 di oggi seguirà infatti la visita di Obama, fissata per giovedì, nonché il Consiglio dei ministri di venerdì, che sarà dedicato alla revisione del Senato della Repubblica. In mezzo, tra oggi e domani, la Camera si occuperà del disegno di legge Delrio sull'abolizione delle province.
