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Renzi, Civati, Epifani e Letta: in autunno la resa dei conti nel Pd

La direzione nazionale del Partito Democratico serve ad Epifani per presentare la sua segreteria ed agli altri candidati (o aspiranti tali) per guardarsi intorno e capire che futuro attende il partito.
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"La gente me lo chiede. Ma io sono sempre più convinto che questo processo di animazione e confronto richieda la mia estraneità alla competizione", risponde in questo modo Fabrizio Barca a Giuseppe Alberto Falci che su Linkiesta gli chiede conto della possibilità di candidarsi alla segreteria del Partito Democratico. Ed è sulla poltrona lasciata vacante da Pier Luigi Bersani ed occupata (temporaneamente?) da Guglielmo Epifani che si concetreranno a breve le attenzioni non solo dei militanti democratici, ma anche dei compagni di viaggio (temporanei anche loro?) in Parlamento. Perché appare fin troppo chiaro che dalla scelta del successore di Epifani dipenderà (anche) il futuro del Governo Letta e l'assetto politico del centrosinistra nel breve – medio periodo. Va detto però che la situazione appare quantomai fluida e suscettibile di stravolgimenti improvvisi, a partire dalla tempistica con la quale avverrà l'avvicendamento con l'ex segretario generale della Cgil, passando per le incognite sulle riforme di politica e istituzioni (che avranno un impatto enorme su un partito strutturato come il Pd, anche se non necessariamente a strettissimo giro), finendo con la battaglia di nomi dei "candidati alla segreteria".

È chiaro che molto si giocherà sui tempi e sul modo in cui Epifani caratterizzerà la propria segreteria (annunciata in una direzione nazionale in cui si è discusso, confusamente, anche delle modalità di condivisione delle scelte in tema di riforme istituzionali). Per il momento resta l'ipotesi di un Congresso dal basso, con assemblee di circolo, poi direzioni provinciali e regionali ed infine l'elezione del segretario. Con l'incognita dei tempi, come nota Civati: "A solo un mese dall’assemblea nazionale, Epifani presenterà la nuova segreteria (Letta ci ha messo molto meno a fare il governo). E presenterà il percorso congressuale, che per quanto riguarda il livello nazionale è rinviato all’autunno. Forse".

Civati stesso potrebbe essere uno dei candidati alla segreteria (e in tal senso si è già sbilanciato), così come si continua a parlare del dalemiano Cuperlo e, ovviamente, del Sindaco di Firenze Matteo Renzi. Che è e resta la grande incognita. Perché sono in molti a pensare che Renzi non abbia alcuna intenzione di ricandidarsi nuovamente alle Comunali e allo stesso tempo che non sia intenzionato a creare ulteriori fratture all'interno del partito in vista della campagna per la guida della coalizione alle prossime elezioni politiche. Un percorso ad ostacoli che potrebbe in qualche modo condurlo alla guida del Partito, ma solo previo via libera dell'ala bersaniana – lettiana. Ed infatti, per il momento lui glissa: "Credo che ci siano questioni più urgenti per il paese della mia candidatura".

Il punto è che il Presidente del Consiglio in carica non ha alcun motivo per accelerare la successione di Epifani, né ha l'intenzione di farsi da parte una volta assolto il compito di traghettatore delle larghe intese. E allo stesso tempo sono in molti a sgomitare per ottenere spazio, visibilità ed incarichi: dall'ala franceschiniana ai giovani turchi, passando per quel che resta degli ex Margherita fino allo stesso Barca. Un puzzle complesso dal quale uscirà solo una figura in grado di tenere insieme istanze diverse e allo stesso tempo di non perdere di vista quello che sarà il compito principale del futuro segretario: rilanciare l'immagine del partito e ridare entusiasmo all'intero progetto. Quanto questo mal si concili con una lotta correntizia "vecchia maniera" è abbastanza evidente. O almeno dovrebbe esserlo.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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