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Renzi: “Cambieremo l’Italia con le riforme. Si voterà nel 2018, a fine legislatura”

Il Presidente del Consiglio spiega: “Non si possono costantemente invocare le elezioni. L’Italia la cambieremo con le riforme e si voterà alla scadenza della legislatura”.
A cura di Redazione
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È con una lunga intervista ad Avvenire che torna a parlare il Presidente del Consiglio, dopo il botta e risposta a colpi di tweet con Beppe Grillo (e con la lunga ed inevitabile coda polemica). Un colloquio che affronta le questioni all'ordine del giorno, ma che si apre con una precisazione essenziale, che sgombra il campo dai dubbi emersi negli ultimi giorni: "Non si possono costantemente invocare le elezioni. L'Italia la cambieremo con le riforme e si voterà alla scadenza della legislatura". Insomma, niente elezioni anticipate e avanti con la linea delle ultime settimane: quella cioè dei piani separati delle riforme costituzionali (da fare anche col supporto di Forza Italia) e dell'iniziativa di Governo. E proprio su quest'ultimo punto, Renzi spiega di non essere preoccupato dagli ultimi dati relativi alla condizione economico – finanziaria del Paese: "L'operazione-verità sui conti pubblici è già in atto. Io non nego i dati negativi, non li sto sottostimando. Sul Pil prendo atto però che tutte le principali istituzioni mondiali stanno rivedendo al ribasso le stime non solo per l'Italia, ma per tutta l'Europa, quindi c'è un problema dell'Europa e dell'eurozona in particolare. Diciamo che non c'è il temporale, ma non c'è neanche il sole, è un po' come questa estate".

C'è poi spazio per riflessioni su alcune scelte di merito, dal quoziente familiare ("Confermo il mio impegno; certo non sarà fattibile nel 2014, vedremo se ci saranno i margini per il 2015 ma in ogni caso il tema va affrontato all'interno della delega fiscale") alla revisione dell'articolo 18 ("L’idea di vivere i prossimi mesi come un nuovo derby ideologico sull'art. 18 non è accettabile; noi dobbiamo procedere a una riscrittura globale delle regole del lavoro"), fino alla questione Alitalia: "Da premier dico ai sindacati: chi si assume oggi la responsabilità di mandare a monte l'operazione si assume anche quella di una crisi occupazionale che sarebbe da brividi".

Non manca un passaggio sulla questione Tavecchio: "Quell'espressione sugli stranieri che mangiavano banane è inqualificabile. Parlando proprio calcisticamente direi un clamoroso autogol, ma il Governo deve rispettare l'autonomia delle istituzioni sportive".

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