Sarà l'aria di Charlotte ed il clima di entusiasmo e coinvolgimento che si respira alla convention democratica, saranno le anticipazioni del sondaggio dell'Istituto Piepoli, saranno le polemiche sul presunto "organigramma" dell'eventuale Governo Bersani (smentito con decisione dallo stesso segretario), fatto sta che Matteo Renzi continua a martellare i piani alti del Nazareno. L'occasione è un'intervista al Corsera che parte con una precisa risposta sul PD dei Bersani e dei D'Alema: "Rispetto tantissimo gli anziani: se non ci fossero i nonni non ci sarebbe la famiglia […] Più ci attaccano e più si fanno male. Più fanno polemica e più i nostri comitati sorgono in tutta Italia". Del resto, che Renzi stia catalizzando la quasi totalità delle critiche e del "fuoco amico" è cosa che non sembra preoccuparlo più di tanto. Anzi, lo spinge ad un paragone piuttosto azzardato: "Anche Barack Obama aveva tutto il partito contro l'altra volta". Insomma, il Sindaco di Firenze (che ribadisce di voler affrontare la sfida della candidatura senza dimettersi) non arretra di un passo e sembra ormai aver individuato nell'asse Bersani – D'Alema – Veltroni il bersaglio privilegiato del suo contrattacco.
Del resto, la linea del rinnovamento conserva un fascino pressocché intatto tra l'elettorato democratico e frasi come "chi è stato in Parlamento ha dato quello che doveva, ora basta", oppure come "la funzione delle primarie è riportare il potere alla base. E' D'Alema che è andato a Palazzo Chigi facendo il patto con Mastella", sembrano pensate allo scopo di restituire ai militanti quesl senso di discontinuità cui Renzi affida gran parte delle sue speranze di vittoria. Già, perché le primarie Renzi vuole vincerle, del resto "se qui non si dà una scossa restiamo travolti. Non è questione di rottamare, serve un ricambio generazionale". Per ora dovrebbe bastare, evidentemente. Il tempo per discutere di alleanze, programmi, progetti e differenze nella proposta politica dovrebbe arrivare più avanti. Speriamo.