Renzi: “Aumenteremo le pensioni minime. Se vince il no, non cambio idea sulle dimissioni”

Misure per l'aumento delle pensioni minime e interventi strutturali per la lotta alla povertà. Ospite a Porta a Porta, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha dichiarato che nella prossima legge di stabilità verranno introdotti degli interventi finanziari dedicati a pensionati e nuclei famigliari in condizioni di precarietà economica. Per i pensionati è allo studio una manovra che possa in qualche modo permettere l'innalzamento del reddito di quelle persone che al momento vivono con l'assegno minimo di circa 500 euro al mese. "Due misure sulle pensioni: per dare chi ha più la mano sulla pensione minima con una sorta di quattordicesima" e un'altra che andrà invece a intervenire sull'entrata in pensione, anticipandola per tutti coloro che vorranno abbandonare il lavoro qualche anno prima del limite prestabilito, rinunciando però a una parte dell'assegno a cui avrebbe avuto diritto se avesse raggiunto la quota contributiva completa stabilita dalla legge. "Tutti quelli che sono arrivati a tre anni prima della pensione o attraverso anticipo pensionistico che costi un'inezia o con accordi privati potranno andare in pensione anticipata", ha sottolineato Renzi.
"Noi abbiamo dato il primo anno 80 euro a chi aveva meno di 1.500 euro al mese. L'anno dopo lo abbiamo fatto per le forze dell'ordine e l'esercito. Gli 80 euro è una misura che cerchiamo di dare come messaggio di equità. Quest'anno ci sarà un intervento di aiuto a chi prende poco di pensione e sarà nella legge di stabilità 2017. Quando si dice ‘intervento sulle pensioni' vuol dire che metteremo più denari in tasca a chi di pensione prende poco poco", ha dichiarato il presidente del Consiglio che, proseguendo, ha sottolineato come "a partire dal governo Prodi chi prende la pensione di meno di 750 euro al mese ha una sorta di quattordicesima, ragioniamo su un'ipotesi del genere. Ma siccome parliamo ai pensionati, loro sanno che è fondamentale rilanciare il lavoro dei giovani, sa che bisogna fare le due cose insieme, cioè una misura giusta sulle pensioni per dare qualche risorsa in più e di equità per chi ha pensioni basse ma continuare la creazione di lavoro".
Proseguendo, Matteo Renzi ha affrontato la questione "referendum costituzionale" e anticipato che una data plausibile potrebbe cadere nel periodo compreso tra il 15 novembre e il 5 dicembre. Per quanto riguarda le dimissioni, il presidente del Consiglio sostiene di non averci ripensato "ma siccome in tanti mi hanno detto che non dovevo personalizzare, ho detto solo che non parlo più del mio futuro. C'è tanta gente che si preoccupa del futuro dell'Italia. Questo referendum non riguarda il futuro di una singola persona, ma il fatto che si possano ridurre delle poltrone, che solo la Camera darà la fiducia al governo e che si interverrà sulle regioni".
Capitolo Pil, Renzi sostiene che il rapporto deficit/pil rimarrà pressoché invariato a circa il 2,3% – 2,4%, ma garantisce che non verrà sfiorato il limite del 3% imposto dai trattati europei. "Un fatto di credibilità e reputazione. Bisogna cambiare le politiche economiche e lo stiamo facendo, ma anche dire che è buonsenso che non ci si può più indebitare, non dobbiamo spendere i soldi dei nostri figli e nipoti perché non sarebbe serio", ha sottolineato. "La Spagna cresce del 3%. Ma ha un deficit del 5%, che in Italia varrebbe circa 50 miliardi. Dessero a me 50 miliardi da dare ai cittadini o da ridurre le tasse, anche io avrei una crescita del 3%. Ma il problema è che quelli prima di noi hanno mangiato al ristorante e hanno lasciato da pagare. Per questo abbiamo il debito. E io non lo lascio da pagare a figli e nipoti".