Renzi attacca: “Non moriremo grillini. E Conte non è un punto di riferimento della sinistra”
"Per me la legislatura deve andare a scadenza naturale. E deve eleggere nel 2022 il Presidente della Repubblica. Ma senza aumentare le tasse o fare norme populiste, giudiziarie o economiche. Al 2023 arriveremo con le nostre idee, non grillizzati. Non saremo mai la sesta stella di Beppe, non ci iscriveremo alla piattaforma Rousseau": Matteo Renzi non lascia margine a interpretazioni parlando degli alleati di governo. Sul leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, l'ex presidente del Consiglio afferma di non voler nemmeno commentare, in quanto impegnato a "pensare alle cose serie, alla crescita e all'Italia".
In un'intervista su Repubblica, il leader di Italia Viva torna ad attaccare il Movimento Cinque Stelle: e lo fa chiamando in causa le ultime tensioni interne alla maggioranza sul decreto Milleproroghe. In sede di Consiglio dei ministri, che ha dato il via libera al decreto, Italia Viva ha voluto mettere a verbale il suo dissenso riguardo alle norme sulle concessioni autostradali. Ora Renzi torna sul tema: "Se qualcuno vuole revocare la concessione ad Autostrade per la vicenda del ponte Morandi si presenti in Parlamento con un disegno di legge. Il Parlamento è sovrano: si discuterà e la maggioranza deciderà. Ma utilizzare il Milleproroghe aprendo un potenziale caos normativo e facendo crollare la fiducia degli investitori esteri sull’Italia è roba da azzeccagarbugli di provincia. Torniamo all’Abc: nel mille proroghe ci vanno le proroghe, non le brillanti intuizioni di qualche demagogo".
Ma non solo autostrade: lo scontro si preannuncia anche sul piano Innovazione della ministra pentastellata Paola Pisano, in quanto, afferma Renzi, "redatto con tanto di ringraziamento di Casaleggio, alla faccia del conflitto di interessi". Non mancano inoltre gli affondi per quanto riguarda la giustizia e la riforma sulla prescrizione del ministro Alfonso Bonafede, definita dal leader di Italia Viva "uno scandalo". Renzi sottolinea che in questo momento Bonafede si trovi in minoranza in Parlamento: "Se propone una mediazione, bene. Altrimenti si voti in Aula e vediamo come va".
C'è poi la questione delle indagini a carico dell'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sul caso Gregoretti. "La sorpresa più grande è la posizione del m5s. Io ritengo che i grillini debbano vergognarsi per quello che hanno fatto al governo con Salvini e per come hanno dato giustificazione politica a quelli che tecnicamente erano sequestri di persona. Dopodiché, prima di decidere, leggiamo le carte. Siamo persone serie, noi", attacca Renzi.
E infine il leader di Italia Viva interviene su quanto detto dal segretario dem, Nicola Zingaretti, riguardo a Giuseppe Conte, definito dal numero uno del Partito democratico come un punto di riferimento fortissimo per i progressisti: "Non ho ragione per discutere con Nicola. E non perché sia Natale, ma perché non è utile. Io non credo che Conte sia un punto di riferimento per i progressisti. È il premier, lo rispetto ma ricordo le sue frasi sul populismo, sul giustizionalismo, sulla Diciotti, sul reddito di cittadinanza, su quota 100. Se però per Zingaretti Conte è l'uomo giusto, amici come prima. Per noi non lo è stato, non lo sarà: con lui governiamo in condizioni emergenziali".