Renzi annuncia le dimissioni: chi sarà il prossimo segretario del Pd?
Matteo Renzi ha annunciato ieri le dimissioni da segretario del Partito Democratico, rinviando però l'atto ufficiale di qualche settimane. Come spiegato da lui stesso in conferenza stampa, Renzi lascerà la segreteria del PD solo all'insediamento del nuovo governo, dunque le dimissioni potrebbero slittare a data indefinita, dato che il quadro istituzionale che andrà risolto dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella è piuttosto complesso e sarà molto difficile trovare un candidato premier che riesca a ottenere una solida maggioranza di governo in entrambi i rami del Parlamento. Nonostante il Movimento 5 Stelle abbia vinto le elezioni e sia risultato il primo partito d'Italia con oltre il 32% dei consensi e la coalizione del centrodestra abbia guadagnato il 37% delle preferenze, nessuno dei due schieramenti vincenti ha preso abbastanza voti per ottenere la maggioranza dei seggi in Camera e in Senato.
In questo scenario, il Partito Democratico si prepara a una svolta interna e alla celebrazione del congresso che andrà a sancire il nome del nuovo segretario nazionale. Dopo le dimissioni di Matteo Renzi, chi lo sostituirà a capo del Partito? Una risposta certa a questa domanda per il momento non esiste ancora, ma voci di corridoio suggeriscono comunque una serie di papabili nomi che potrebbero candidarsi al congresso per prendere le redini del Pd. Matteo Renzi, come detto, ha annunciato le dimissioni e ha dichiarato che farà il senatore, ma non è chiaro se abbia intenzione di ripresentarsi al congresso come avvenne dopo la disfatta referendaria del 4 dicembre 2016.
In corsa per la segreteria del Partito Democratico si vocifera ci saranno una serie di big e parlamentari di peso: a tentare la scalata alla segreteria potrebbe presentarsi il neo iscritto e ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, che proprio stamattina ha annunciato l'iscrizione al PD con l'intento di ricostruire ciò che è rimasto del partito dopo la disfatta elettorale. A seguire, tra i papabili candidati alla segreteria nazionale troviamo il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro, il ministro dei Beni Culturali ed ex segretario Dario Franceschini, il governatore della Regione Puglia Michele Emiliano, il ministro della Giustizia Andrea Orlando, il presidente del Pd Matteo Orfini, il governatore della Regione Piemonte Sergio Chiamparino, il ministro dei Trasporti Graziano Delrio e il governatore della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Insistenti voci di corridoio parlano anche di un possibile ritorno dell'ex segretario e fondatore del Pd Walter Veltroni. Per quanto riguarda il ristretto giro renziano, altri nomi papabili potrebbero essere quello di Lorenzo Guerini, già coordinatore nazionale del partito e quello di Maria Elena Boschi.
Perché Renzi ha posticipato le dimissioni ufficiali?
Le dimissioni – non dimissioni di Matteo Renzi hanno scatenato un'accesissima polemica all'interno del Partito Democratico. Gianni Cuperlo, il capogruppo al Senato Luigi Zanda e i ministri Anna Finocchiaro e Andrea Orlando hanno criticato la scelta del segretario nazionale e sostenuto che non sia in linea con l'effettiva gravità della situazione politica. Ma perché Renzi ha post-datato le dimissioni? La ragione pare sia molto semplice: il segretario nazionale vuole evitare che una parte minoritaria del Pd appoggi un eventuale governo a 5 Stelle, dunque preferisce mantenere le redini del partito fino all'insediamento ufficiale del governo. il capogruppo Zanda ha attaccato la decisione e dichiarato: "Vuole solo prendere tempo. Quando Veltroni e Bersani si dimisero, un minuto dopo non erano più segretari".