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Renzi a Porta a Porta: “La politica è una cosa bella, non si può ridurre tutto ad un vaffa”

Dopo la manifestazione di Piazza del Popolo a Roma, il premier nello studio di Bruno Vespa.
A cura di Redazione
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Nella giornata in cui è tornato in piazza a Roma, Matteo Renzi aveva in agenda anche l'appuntamento nel salotto di Bruno Vespa, a pochi giorni di distanza dal la partecipazione a Porta a Porta Beppe Grillo. Un'intervista che in pratica chiude la campagna elettorale in tv, considerando che nella giornata di venerdì i principali leader politici saranno impegnati in manifestazioni "sul campo": Silvio Berlusconi a Milano, Beppe Grillo in piazza San Giovanni in Laterano a Roma, Matteo Renzi in piazza della Signoria (anche per sostenere il suo candidato al Comune di Firenze).

Renzi è partito da un'analisi sulla situazione politico – economica del Paese: "Domani farò un punto sui miei primi 80 giorni al Governo, facendo vedere cosa abbiamo realizzato, dagli 80 euro al taglio dell'Irap, fino al decreto Poletti e al salvataggio di 1200 posti di lavoro col decreto Electrolux". Secondo il premier, "è questo che dovrebbe interessare gli italiani, non la vivisezione di Dudù o la lupara bianca per me". Sul confronto di lunedì, poi Renzi affonda: "Siete due grandissimi professionisti della televisione, ma Grillo scommette sulla rabbia, noi vogliamo cambiare il Paese". Per questi motivi, spiega Renzi, "il Pd arriverà primo", ma non bisogna dimenticare che in altri stati, "ad esempio in Francia il partito del premier arriverà terzo e nessuno si sognerà di dirgli di dimettersi; noi abbiamo un'impostazione per cui tutte le questioni europee riguardano il cortile di casa nostra e così facendo noi non contiamo nulla in Europa".

"I parametri europei in alcuni casi sono oggettivamente anacronistici", spiega Renzi, "ma cambiarli non è così semplice, anche perché li hanno firmati Monti e Berlusconi pochi mesi fa; noi dobbiamo fare prima il nostro percorso, cominciando con un metodo molto serio per le riforme: presentiamo la proposta, lasciamo discutere e poi la portiamo in Consiglio dei ministri. In Parlamento invece, quando si parla di cose serie, vedo i deputati che si tolgono la camicia e fanno vedere magliette con ‘attentato alla democrazia': ma come si fa a mettere il Paese in mano a questa gente? Io comunque non mollo di mezzo centimetro, preferisco andare a casa se non riesco a fare ciò che ho promesso". Poi la chiusura: "La politica è una cosa bella, non si può ridurre tutto ad un vaffa. Allo stesso modo se c'è una cosa di questa campagna elettorale che non posso tollerare sono gli insulti agli italiani, come fa chi per insultare Berlusconi se la prende con le famiglie dei malati di Alzheimer".

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