E' una vera e propria bufera politica quella che si sta abbattendo in queste ore sul Popolo della Libertà ed in particolare sul deputato, nonchè coordinatore azzurro delle Marche, Remigio Ceroni. Come se non bastassero gli attacchi alla magistratura del Presidente del Consiglio e le accuse durissime e francamente fuori luogo di Roberto Lassini, candidato consigliere alle elezioni comunali di Milano, ci pensa il buon Ceroni a lanciare l'ennesima "provocazione". Questa volta il pidiellino mira davvero in alto e propone di modificare addirittura l'articolo 1 della Costituzione della Repubblica Italiana, con una proposta di legge costituzionale presentata proprio il giorno dopo il durissimo attacco di Berlusconi ai giudici nel comizio elettorale di Milano.
"L'Italia e' una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sulla centralita' del Parlamento quale titolare supremo della rappresentanza politica della volonta' popolare espressa mediante procedimento elettorale": questo il testo brillantemente concepito (in sostituzione del precedente) da Ceroni, il quale, raggiunto dai cronisti ha subito precisato le sue intenzioni. "La mia è una proposta di legge fatta a titolo personale, senza interpellare nè i dirigenti del partito nè il Presidente Berlusconi" – spiega quasi ciò costituisse una sorta di attenuante – "che intende ribadire la centralità del Parlamento troppo spesso mortificata o dal Presidente della Repubblica che firma le leggi o dalla Corte costituzionale che le abroga. Occorre ristabilire la gerarchia tra i poteri dello Stato. Se c'è un conflitto, occorre specificare quale potere è superiore". Quello cui fa riferimento Ceroni è una sorta di rischio "oclocratico" (termine che indica con connotazione negativa una forma di degenerazione della democrazia in cui il potere è gestito da masse su cui fa facile presa la demagogia), dal momento che, stando a quanto riporta la cronaca del Corsera, la premessa della proposta del deputato sottolinea come "in tempi di crisi di valori democratici e di violenti contrasti tra le forze politiche presenti in Parlamento e nel Paese, quali sono quelli attuali, possa nascere e svilupparsi un'eversione dell'ordine democratico o verificarsi il sopravvento di poteri non eletti dal popolo sovrano e perciò privi di rappresentanza politica, con conseguente e progressivo indebolimento della democrazia e l'instaurarsi della tirannide sotto la forma mascherata della "oclocrazia", ossia un governo tirannico sostenuto dalle masse popolari non elette, se non fittiziamente, dal corpo elettorale".
Insomma, l'articolo 1 sarebbe ormai desueto e soprattutto non tutelerebbe la rappresentanza popolare in un "disequilibrio dei poteri ormai evidente", proprio quell'articolo fondamento della nostra Repubblica e base dei valori condivisi del nostro essere cittadini, insomma proprio qull'articolo che vale la pena di ricordare ancora una volta: "L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione".