Regolarizzare i migranti per rompere la catena dello sfruttamento: al governo chiediamo coraggio
– di Matteo Orfini
Questa pandemia non è una livella, come pure molti hanno sostenuto, ma un enorme moltiplicatore di diseguaglianze. Chi stava peggio rischia di vedere la propria già fragile condizione aggravarsi ulteriormente. Anche rispettare le misure sanitarie previste a volte può essere impossibile. È il caso di migliaia di migranti, costretti a vivere in condizioni disumane dentro baracche e tendopoli dove cercano riposo e riparo finita la giornata di lavoro nei campi. Troppo spesso sfruttati dai caporali e dalla criminalità organizzata. Tantissimi tra loro sono senza permesso di soggiorno, e quindi in condizioni di estrema ricattabilità. Eppure sono i lavoratori che permettono alla filiera agroalimentare di non fermarsi. Molta della frutta che sta sulle nostre tavole è arrivata perché loro l’hanno raccolta.
Settimane fa ho chiesto al governo, insieme ad altri colleghi del Pd, di affrontare il tema una volta per tutte.
Fornire permessi di soggiorno che consentano ai migranti di lavorare regolarmente o prolungarli a quelli che già lo hanno in scadenza. Svuotare finalmente le baraccopoli, assegnando degli alloggi sicuri e dignitosi, magari attraverso degli accordi con i proprietari di strutture alberghiere o ricettive, ed adeguato indennizzo. Garantire uno screening sanitario e assistenza a chi fino ad oggi non ne ha potuto usufruire.E ancora realizzare strutture informatiche di collocamento agricolo che consentano l'incrocio di domanda e offerta di lavoro stagionale sottraendo così alle infiltrazioni delle mafie il “reclutamento” dei braccianti.
Penso che queste siano misure giuste solo in tempo di coronavirus e crisi di manodopera nel settore agricolo? No, riportare la legalità dove non viene rispettata e restituire dignità alle persone è un dovere sempre. Oggi è possibile dare una risposta che finalmente non sia estemporanea, non sia una toppa, un rimando, ma sia di sistema. Serve solo un po’ di coraggio.
Il M5s dice che bisogna essere inflessibili con chi sfrutta gli esseri umani.
Ma con questo argomento blocca da giorni la regolarizzazione dei migranti che spezzerebbe proprio quel meccanismo di sfruttamento. Le catene si spezzano sottraendo le persone alla condizione di bisogno e di fragilità in cui versano. Condizione per la quale sono costrette a subire le angherie dei più forti, in questo caso della criminalità organizzata e di caporali senza scrupoli. Per questo ancora di più la posizione di chi tentenna o si oppone, fingendo di non capire, per me è assurda e irricevibile.
E spero non solo per me.