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Regioni, Governo pronto a tagliare le poltrone

Il Governo già in settimana discuterà del provvedimento che si pone come obiettivi il taglio delle poltrone, la riduzione dei costi per gli enti locali e maggiori controlli sui bilanci dei gruppi politici.
A cura di Antonio Palma
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Regioni, Governo pronto a tagliare le poltrone

Non è più il tempo delle discussioni e delle mediazioni, il governo si appresta a varare il decreto con il quale si metterà un freno alle spese pazze degli enti locali aumentando i controlli e diminuendo incarichi e poltrone per Regioni, Province e Comuni. Sarà quasi una mini riforma che ha come elementi fondamentali la diminuzione del numero di poltrone, il taglio di stipendi, pensioni e rimborsi, e infine maggiori controlli sui conti dei partiti e degli enti. Approfittando anche dell'indignazione generale contro i recenti casi di malaffare nei consigli regionali, l'Esecutivo intende così accelerare sulla questione portando in Consiglio dei Ministri una proposta da discutere già in settimana. Sulla decisioni del governo pesano anche le vittorie contro i ricorsi presentati  da alcune regioni contro precedenti provvedimenti in materia, e la scelta dei Governatori di presentare una loro proposta a Monti e al Quirinale.

Drastico sarà il taglio al numero dei consiglieri regionali attraverso nuovi parametri in base agli abitanti effettivi. Si prevede che salteranno almeno 300 poltrone, ma potrebbero essere molte di più se le norme saranno applicate anche alle Regioni autonome. Stretta anche sul numero dei gruppi in Consiglio soprattutto per i cosiddetti monogruppi, cioè composti da un solo consigliere, che sono proliferati negli ultimi anni. Sanzioni severe per tutte quelle Regioni che non dovessero adeguarsi con opportuni leggi regionali. Sul fronte degli stipendi previsti tetti massimi per consiglieri o assessori, e anche per i manager delle società pubbliche possedute dagli enti locali. Sul fronte delle pensioni invece piena attuazione della riforma previdenziale del 2011 rimasta ancora inapplicata per via dei ricorsi come quello della Regione Lazio. Previsto l’abbandono del sistema previdenziale retributivo e il passaggio a quello contributivo come gli altri lavoratori  e dunque pensioni in base ai contributi versati e non allo stipendio.

Novità importanti anche sul fronte delle spese e dei controlli. Stretta sulle spese e i rimborsi senza motivazione e primo passo verso i cosiddetti costi standard a cui dovranno sottostare Comuni e Province, pena salate sanzioni. Certificazione da parte di enti esterni per tutti i bilanci dei gruppi politici nei consigli e spese costantemente sotto controllo da parte della Corte dei conti. Ma non si tratterà solo di controlli senza esiti, alla corte dei conti probabilmente saranno affidati degli inediti poteri sanzionatori.

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