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Regione Campania: primarie Pd il 14 dicembre. Renzi cerca il candidato “della Leopolda”

Alla presenza di Guerini, il segretario regionale Tartaglione propone la data. I renziani doc non hanno ancora scelto chi far correre contro Cozzolino, De Luca e Saggese. Caldoro teme l’effetto-Renzi in caso di corsa della Picierno. “Papabili” anche Amendola e del Basso de Caro….
A cura di Carlo Tarallo
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Il 14 dicembre prossimo gazebo aperti in tutta la Campania, il “popolo delle primarie” del Partito Democratico sceglierà il candidato a presidente della Regione, lo sfidante di Stefano Caldoro. Il segretario regionale Assunta Tartaglione ha ufficializzato la sua proposta oggi in direzione, alla presenza di Lorenzo Guerini. Il vicesegretario nazionale del Pd è l’uomo al quale Matteo Renzi ha affidato la questione-Campania in attesa di dedicarsi direttamente alla scelta del candidato “renziano doc” da contrapporre ai tre già in campo: Andrea Cozzolino (europarlamentare), Vincenzo De Luca (sindaco di Salerno) e Angelica Saggese (deputato). Chi sarà?

Caldoro teme Pina e l’effetto-Renzi – Il nome più temuto da Stefano Caldoro è quello di Pina Picierno. “Pina”, reduce dal boom alle europee, sarebbe percepita come una emanazione diretta di Renzi. Caldoro, stando a fonti attendibili, teme per l’appunto il probabile iper-presenzialismo di Matteo in campagna elettorale: se in campo ci fosse la Picierno, il premier non potrebbe permettersi nessuna disattenzione e moltiplicherebbe a dismisura il suo impegno al fianco della europarlamentare.

I due “papabili” dalemiani: Enzo Amendola e Umberto del Basso de Caro – Un altro “papabile” candidato renziano alle primarie è Enzo Amendola: l’ex segretario regionale, deputato, dalemiano doc ma con ottimi rapporti personali con Matteo Renzi, potrebbe essere il nome giusto per compattare l’area riformista e gli ex Dc. Dalemiano è anche il terzo nome che gira in queste ore nei corridoi romani e napoletani, quello del sottosegretario Umberto del Basso de Caro.

Sconfitto il partito del rinvio – In ogni caso, l’indicazione della data delle primarie segna la sconfitta di chi, nel Partito Democratico campano, avrebbe preferito rinviare a gennaio la consultazione o, addirittura, evitarla trovando quel famigerato “candidato unitario” che avrebbe dovuto entusiasmare tutto il Pd e magari anche i probabili alleati di Ncd e Udc. Un “nome” che evidentemente non esiste e se esiste (è il caso di Raffaele Cantone) non ha dato la sua disponibilità a correre. Il “partito del rinvio” era stato apertamente accusato di favorire Stefano Caldoro ritardando la scelta del suo sfidante in nome di un “Patto del Nazareno” in salsa campana…

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