Regionali, Renzi: “Non basta fare un buon risultato. Ho voglia di vincere”
“La verità è che una grande squadra come il Pd non si accontenta del record delle Europee, non si accontenta di aver strappato 4 regioni al centrodestra, non si accontenta di dire faremo bel risultato, ha voglia di vincere. E io come allenatore, ho voglia di vincere”. Risponde così Matteo Renzi, nella tappa di Perugia del suo tour elettorale in vista delle Regionali del 31 maggio, alla polemica sul 7 a 0 diventato in poche settimane un 4 a 3. Nel lungo intervento a sostegno di Catiuscia Marini (“La sua è la scommessa che gioca ognuno di noi”), il Presidente del Consiglio è tornato sul bilancio di questi mesi di Governo, insistendo molto sui concetti di “fiducia e speranza”. “La vera scommessa è tornare a credere che questo Paese serve innanzitutto a noi, ma anche a chi è fuori di qui”, ha spiegato Renzi, spingendosi fino a dire che “l’Italia può essere la locomotiva d’Europa e ciò di cui ha bisogno il mondo, portando l'idea della bellezza, della laboriosità, del paesaggio”. In questa ottica i “giovani che vogliono tornare dall’estero devono sapere che c’è un Paese dove c’è spazio per il merito e il PD farà tornare l’Italia la patria del talento e del capitale umano”.
Poi il segretario del Partito Democratico ha “svelato” la ricetta per prendersi cura dell’Italia, con le “tre L, legalità, lavoro e leggerezza”. In tal senso, Renzi ha ricordato i risultati ottenuti sul piano occupazionale, anche grazie agli impegni portati a termine con celerità in questi mesi, ma ha ribadito la necessità di “uno Stato più semplice” e con una “semplificazione delle regole”. Sulla legalità poi un deciso affondo: “Abbiamo reintrodotto il falso in bilancio nel disegno di legge anticorruzione, non prendiamo lezioni di legalità da nessuno”. La sfida delle Regionali è dunque solo un "passaggio ulteriore", perché il compito dell'esecutivo resta quello di "fare le riforme che Berlusconi non ha fatto" e lasciare agli italiani un "paese più moderno e civile", smentendo "chi specula sulla paura" e chi "è convinto che non ce la faremo".