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Regionali, Conte: “M5s non è morto, Letta che stappa bottiglie di champagne cos’ha da festeggiare?”

“Nel Pd sono concentrati sulla nostra performance. Ma Letta cos’ha da festeggiare? L’accozzaglia comunque non ci avrebbe portato da nessuna parte”: lo ha detto Giuseppe Conte, commentando il risultato del voto alle elezioni regionali.
A cura di Annalisa Girardi
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"Qualcuno suona già le campane a morto per il Movimento Cinque Stelle, ma io non esagererei. È un risultato territoriale", lo ha detto Giuseppe Conte, commentando in conferenza stampa il risultato delle elezioni regionali in Lazio e Lombardia. E sottolineando come i sondaggi nazionali continuino a dare il suo partito in crescita.

"Il risultato ottenuto non è soddisfacente, ma è in linea con la serie storica del M5s non avendo strutture territoriali. C'è l'impegno a fare di più. Annuncio che da domani avremo i coordinatori territoriali", ha poi aggiunto l'ex presidente del Consiglio. Che ha poi commentato le reazioni al risultato di altre forze politiche. In particolare, degli ex alleati nel Partito democratico: "Nel Pd sono concentrati sulla nostra performance. Io capisco che il Pd è in fase congressuale e ha i suoi problemi interni, ma ascoltare il redivivo Letta rendere dichiarazioni entusiastiche, che sembra stappare bottiglie di chamagne sul risultato dem, francamente… Se immaginiamo in particolare il Lazio, dove c'era un candidato indicato da Renzi e Calenda… dopo dieci anni di governo lo hanno consegnato alla destra. Fossi in loro avrei ben poco da festeggiare", ha proseguito Conte.

Per poi spiegare che un'alleanza giallorossa anche in Lazio (in Lombardia infatti Pd e M5s hanno sostenuto lo stesso candidato) non avrebbe comunque cambiato l'esito del voto. "Nel Lazio siamo stati gli outsider.  I risultati ci dicono che la somma algebrica non ci avrebbe portato da nessuna parte, un'accozzaglia e un cartello elettorale non ci avrebbero portato da nessuna parte", ha detto il leader Cinque Stelle.

Facendo poi gli auguri di buon lavoro a Francesco Rocca e Attilio Fontana, Conte ha concluso sottolineando la gravità emersa dal dato sull'astensionismo: "Aggiungo un dato che deve far riflettere tutti: il dato impressionante dell'astensionismo. Pensare che nella Capitale ha votato il 33% è un dato che fa riflettere. L'astensionismo è una malattia della nostra democrazia", ha concluso il presidente M5s.

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