Regionali Calabria, Di Maio stoppa la candidatura di Dalila Nesci: in lizza Laghi e Callipo
La data per le elezioni regionali in Calabria, che si terranno nel 2020, ancora non è stata fissata, ma è già polemica all'interno del M5s. Dopo la batosta elettorale in Umbria dello scorso 27 ottobre, che ha decretato per Luigi Di Maio la fine dell'alleanza con il Pd per le regionali, il capo politico pentastellato tornerà a vedere i parlamentari di Calabria ed Emilia Romagna (dove si voterà il prossimo 26 gennaio) per sciogliere la riserva sui nomi e decidere come muoversi.
E le tensioni si fanno sentire soprattutto in Calabria, dove è forte il fronte del ‘no' al Pd. Qui il centrosinistra potrebbe candidare il presidente uscente Mario Oliverio, e questo allontanerebbe ancora di più un accordo con i Cinque Stelle, che in Regione sono all'opposizione.
La deputata calabrese Dalila Nesci durante la kermesse grillina di Italia 5 Stelle ha parlato con il garante Beppe Grillo chiedendogli di considerare la sua autocandidatura, in contrasto con le regole del Movimento. Nesci, a quanto apprende l'Adnkronos, ha riproposto la sua corsa durante l'incontro con Di Maio, incassando però un ‘no' secco. Uno stop, quello del capo politico del Movimento, che ha indotto Nesci a tirare in ballo il ‘caso Cancelleri', che ha causato diversi malumori e contro il quale di recente aveva puntato il dito, via social, anche l'ex ministra Barbara Lezzi.
Nominato viceministro alle Infrastrutture e ai trasporti nel Conte bis, Giancarlo Cancelleri ha infatti lasciato il suo posto nel Parlamento regionale siciliano, l'Ars, salutando Palermo per Roma. E generando parecchio dissenso all'interno del Movimento. Ma la sostituzione di Cancelleri, avrebbe spiegato Di Maio a Nesci, non ha aperto nessun ‘buco nero', mentre la corsa della deputata in Calabria creerebbe un precedente, con possibili deleghe che, nel prossimo futuro, potrebbero essere chieste da altri eletti grillini: "Vedi Lezzi in Puglia il prossimo anno", spiegano alcuni senatori a Palazzo Madama. Ma la partita è ancora lunga, sebbene già la prossima settimana il M5S confidi di sciogliere la riserva, decidendo del futuro nelle due regioni più prossime al voto. I nomi che circolano per ora sono sempre gli stessi, quelli del medico ambientalista Ferdinando Laghi -"difficile però possa accettare", spiega una fonte grillina di primo livello – e dell'imprenditore del tonno Pippo Callipo, che tuttavia crea parecchie divisioni nel Movimento. L'ex prefetto Giuseppe Gualtieri, altro nome circolato con insistenza negli ultimi mesi, difficilmente accetterebbe una candidatura in quota M5S senza l'accordo col Pd.