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Regge l’asse Renzi – Berlusconi: l’Italicum resterà un simil Porcellum

Nonostante le critiche e le resistenze interne a partito e Governo, Matteo Renzi tira dritto sull’Italicum: possibili solo piccole modifiche (a premio maggioranza e soglie di sbarramento, probabilmente).
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Nel giorno in cui dovranno essere presentati gli emendamenti al testo presentato in Parlamento, con l'avvio della discussione alla Camera dei deputati, a tenere banco sono ovviamente le richieste di modifica all'Italicum, la controversa proposta di riforma della legge elettorale frutto dell'accordo fra Matteo Renzi e Silvio Berlusconi. Una legge che, come vi abbiamo spiegato qualche giorno fa, conserva pressoché inalterata la struttura del Porcellum ed è per questo duramente criticata sia dagli analisti politici (e dagli esperti di diritto costituzionale che sollevano dubbi di legittimità), sia dai rappresentanti degli altri partiti "esclusi" dall'accordo del Nazareno. In particolare la polemica si concentra proprio sui due aspetti "costati caro" al Porcellum: le liste bloccate ed il premio di maggioranza. L'Italicum infatti, si limita ad "accorciare" le liste recependo il suggerimento della Consulta (anche se la ripartizione su base nazionale dei seggi mette in seria discussione la "riconoscibilità" del voto del singolo elettore) e stabilisce una soglia minima entro la quale "regalare" il premio di maggioranza (che resta molto alto, circa il 18%, e che nella seconda fase di ballottaggio potrebbe crescere notevolmente e andare anche a liste o coalizioni che al primo turno sono andate ben al di sotto della soglia del 35%).

Perplessità messe nero su bianco da un gruppo di giuristi e costituzionalisti in un appello nel quale si chiede un passo indietro rispetto ad una legge che è "peggio del Porcellum". spiega la professoressa Carlassare al Fatto: "Quello che tutte queste riforme tendono a fare è mettere in ombra la volontà del popolo, a ridurre l’apporto democratico al minimo possibile. Vanno in questo senso l’esclusione delle preferenze, le liste bloccate, gli altissimi premi di maggioranza, che come ha detto la Consulta distorcono la volontà popolare e l’esito delle urne, perché gonfiano il potere di qualcuno, distorcendo l’equilibrio che era uscito dalla consultazione elettorale […] Eppure la Corte Costituzionale è stata molto chiara nel dire che ciò che va ristabilita è il valore della rappresentanza. La governabilità come la intendono loro è solo il fatto che il governo non deve cadere: qualunque artificio è buono per garantire la conservazione degli esecutivi".

Pareri che non sembrano incidere in alcun modo sulla solidità dell'asse Renzi – Berlusconi (al netto di qualche screzio fra i gruppi in sede parlamentare). I quali, anzi, hanno enfatizzato la portata "storica" del processo di revisione della legge elettorale, che può giungere a compimento in qualche settimana dopo discussioni e rinvii di anni. Una legge nella quale non troveranno posto le preferenze, che non incontrano il favore né di Berlusconi né di parte consistente del Partito Democratico (e che sono solo un aspetto della questione della rappresentanza). Così come poche possibilità ci sono di modificare l'impianto complessivo della legge, che poggia sulla divisione in 120 collegi, con liste bloccate, ripartizione su base nazionale dei voti e turno supplementare di ballottaggio di coalizione. Qualche spiraglio sembra però aprirsi sulle soglie. Sia quella per l'ottenimento al primo turno del premio di maggioranza (che potrebbe salire al 37-38 percento), sia soprattutto quelle relative agli sbarramenti per l'ingresso in Parlamento. La sensazione delle ultime ore è che, mentre resterebbero ferme quelle del 12% per le coalizioni e dell'8% per la lista singola, si possa scendere al 4% per i partiti coalizzati. Un contentino a Lega Nord e centristi, poco di più. 

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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