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Omicidio Giulio Regeni

Regeni, incontro tra procure al Cairo: sono emersi nuovi elementi sul caso

Uno scambio di informazioni tra uffici, quello italiano, guidato dal pm Pignatone, e quello egiziano. Giorni fa l’avvocato della famiglia Regeni ha ricevuto, tramite l’ambasciatore italiano, un fascicolo sulle indagini.
A cura di Annalisa Cangemi
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Finalmente qualcosa si è mosso. Dopo mesi di attesa finalmente i documenti sulle indagini condotte dalle autorità egiziane sono state consegnate nelle mani dell'avvocato italiano della famiglia Regeni, Alessandra Ballerini. Il procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e il pm Sergio Colaiocco sono partiti questa mattina per il Cairo, per incontrare appunto il procuratore generale d'Egitto, Nabil Sadeq, con il quale hanno fatto il punto sulle indagini legate all'omicidio di Giulio Regeni, il giovane ricercatore trovato morto il 3 febbraio del 2016, dopo che era scomparso il 25 gennaio. Sul corpo del ragazzo sono stati trovati chiari segni di tortura. Da quel giorno sono passati ormai 23 mesi.

Gli atti dell'inchiesta sono stati consegnati dalle autorità egiziane, tramite l'ambasciatore italiano, al legale della famiglia Regeni. Per avere quella documentazione l'avvocato Ballerini ha dovuto faticare non poco. Ci aveva già provato in diverse occasioni, ma senza risultati. "Mi ero recata personalmente dall'ambasciatore egiziano a Roma il 25 febbraio del 2016 –  aveva raccontato la Ballerini durante un incontro pubblico a ottobre – abbiamo effettuato la complicata procedura per richiedere il fascicolo, nominando i nostri legali al Cairo. Abbiamo le carte che dimostrano che i nostri legali il 30 maggio e il 22 dicembre 2016 si sono effettivamente recati in Procura". Ma i primi di settembre del 2016 la Procura del Cairo, per rispondere alla Procura italiana che chiedeva conto del fascicolo, ha detto che i legali di Regeni in realtà non si erano mai presentati per fare richiesta, nonostante le istanze fossero protocollate.

L'incontro tra procure, il primo dopo quello del 16 e 17 maggio, è stato annunciato dal ministro degli Interni, Marco Minniti, nel corso dell'incontro svolto al Cairo lo scorso 17 dicembre con il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi. Bisognerà attendere che i documenti vengano tradotti per conoscere nel dettaglio il contenuto di quelle carte. Dalla riunione di oggi sono comunque emersi nuovi elementi probatori, su cui i due uffici che stanno seguendo il caso si sarebbero confrontati. In una nota scritta alla fine dell'incontro si specifica che c'è stato "un aggiornamento sullo stato di avanzamento dei lavori della società incaricata del recupero dei video della metropolitana del Cairo". I magistrati italiani hanno illustrato "una articolata e attenta ricostruzione dei fatti – prosegue la nota congiunta – effettuata dalla polizia giudiziaria italiana sulla base degli atti fin qui consegnati dall'Egitto in via rogatoriale, da ultimo in data 14 agosto scorso. La procura Generale Egiziana ha ricevuto una copia dell'informativa e proseguirà, quindi, le indagini sulla base delle ipotesi investigative formulate dai due uffici".

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