Referendum sulla cittadinanza, quando si vota e cosa dice il quesito ammesso dalla Consulta
La Corte Costituzionale ieri ha dato il via libera al referendum sulla cittadinanza, che era stato promosso da Più Europa e sostenuto anche da Possibile, Radicali italiani, Psi, Rifondazione Comunista e diverse associazioni, e sono stati dichiarati ammissibili anche altri 4 referendum sul lavoro, che riguardano jobs act, indennità di licenziamento nelle piccole imprese, contratti di lavoro a termine e responsabilità solidale del committente negli appalti. Non si terrà invece il referendum abrogativo sull'autonomia differenziata, perché secondo la Consulta "l'oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari".
Quando si vota per il referendum sulla cittadinanza
La data prevista per il voto non è stata ancora fissata, ma è certo che il referendum si svolgerà in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno. In attesa del deposito delle sentenze, l’Ufficio comunicazione della Corte Costituzionale ha fatto sapere che i quesiti referendari non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l'ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario.
Cosa chiede il referendum sulla cittadinanza
Il quesito per il referendum sulla cittadinanza, denominato ‘cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana', propone di ridurre il periodo di residenza legale continuativa necessario per fare domanda per la cittadinanza italiana, da 10 a 5 anni. Una volta ottenuta, questa verrebbe automaticamente trasmessa ai propri figli e alle proprie figlie minorenni. Il quesito tecnicamente punta a modificare l'articolo 9 dell'attuale legge sulla cittadinanza, la numero 91 del 1992, che si basa sul cosiddetto ius sanguinis. Oggi infatti acquisisce di diritto la cittadinanza alla nascita solo chi è nato da madre o padre italiano. Lo straniero che nasce in Italia può fare domanda per ottenere la cittadinanza italiana solo se risiede nel nostro Paese ininterrottamente per 18 anni, e dichiara, entro un anno dalla maggiore età, di volerla acquisire.
Il testo del quesito
Sulla scheda i cittadini si troveranno questa domanda:
Volete voi abrogare l'art.9, comma 1, lettera b), limitatamente alle parole "adottato da cittadino italiano" e "successivamente alla adozione"; nonché la lettera f), recante la seguente disposizione: "f) allo straniero che risiede legalmente da almeno dieci anni del territorio della Repubblica." della legge 5 febbraio 1992, n.91, recante nuove norme sulla cittadinanza"?
In molti paesi europei, come Francia e Germania, il periodo di residenza richiesto per ottenere la cittadinanza è di 5 anni. Per questo referendum erano state raccolte 637mila firme, validate dalla Cassazione. Si voterà in primavera, in una data ancora da stabilire tra il 15 aprile e il 15 giugno, come per gli altri referendum dichiarati ammissibili dai giudici.
La reazione dei promotori del referendum
"La nostra gioia in questo momento è immensa: stiamo facendo la storia. Abbiamo la reale possibilità di cambiare in meglio il volto del nostro Paese. Vogliamo ringraziare ogni singola persona che ci ha permesso di arrivare fin qui: dai rappresentanti delle 75 associazioni e partiti che hanno aderito alla campagna, ai sindaci e alle sindache che l'hanno sostenuta, agli artisti e le artiste che hanno dato voce, fino a ogni singola persona delle oltre 637mila che hanno firmato, condiviso e rilanciato questo referendum. Il Sì della Corte Costituzionale oggi rappresenta l'uscita da uno stallo che dura da oltre 30 anni, ed è un messaggio forte per la nostra stessa democrazia: i cittadini possono creare occasioni di cambiamento concreto quando istituzioni immobili non intervengono su temi decisivi", si legge in una nota il comitato promotore del referendum.
Per il segretario di +Europa, Riccardo Magi, "Il tema della riforma della cittadinanza riguarda il futuro e l'identità di tutto il Paese, per cui il nostro appello oggi è rivolto alle istituzioni ad ogni livello affinché si adoperino a fare tutto quanto in loro potere perché la partecipazione al voto sia massima. Dunque chiediamo che il referendum si svolga in concomitanza con le altre elezioni amministrative e regionali, in una data che non disincentivi la partecipazione, che sia garantita l'informazione pubblica come previsto dalla legge, e che non si ricorra a nessun escamotage per cancellare dal dibattito pubblico questo appuntamento".
"Il riconoscimento della cittadinanza, nel rispetto dei valori della Costituzione, non viziato da tempi di permanenza nel nostro Paese inutilmente lunghi e da meccanismi penalizzanti, renderebbe più facilmente partecipi gli immigrati di una sfida sul futuro dell'Italia che è di tutti", è il commento del deputato di +Europa Benedetto Della Vedova.