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Referendum per i matrimoni omosessuali, parte la raccolta firme: cosa dice il quesito

Il comitato “Uguali!” ha depositato alla Corte di Cassazione una proposta di referendum che, modificando la legge Cirinnà del 2016, aprirebbe alla possibilità di celebrare matrimoni in Italia anche tra persone non eterosessuali. Ora partirà la fase di raccolta firme per arrivare a 500mila.
A cura di Luca Pons
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Inizia il suo percorso una nuova proposta di referendum: quella che aprirebbe in Italia ai matrimoni (e non solo le unioni civili) anche per le coppie omosessuali. Oggi il comitato "Uguali!" ha depositato alla Corte di Cassazione la proposta di consultazione. Il quesito prevede di modificare la legge Cirinnà del 2016, quella che ha introdotto le unioni civili. L'obiettivo, ha dichiarato il comitato, è di fatto di cancellare alcuni passaggi della legge per "eliminare le disparità tra unioni civili e matrimonio, estendendo pienamente i diritti oggi negati alle coppie non eterosessuali o queer".

Attualmente, la legge che ha consentito per la prima volta di effettuare unioni civili anche tra coppie omosessuali "esclude queste famiglie da diritti di fondamentale", hanno sottolineato i promotori del referendum. Tra i diritti che una coppia non ha con unione civile ci sono, ad esempio, "l'adozione congiunta", e di conseguenza anche l'eredità e la pensione di reversibilità quando uno dei due componenti della coppia ha figli. Di fatto, oggi in Italia c'è "una grave lacuna giuridica e sociale", che si vorrebbe colmare proprio con questo referendum.

In Italia i referendum possono essere solo abrogativi e non propositivi: per questo, il quesito proposto dal comitato prevederebbe di ‘ritagliare' le parti della legge che distinguono tra unioni civili e matrimoni, in particolare sull'adozione. In questo modo, anche se non c'è una ‘nuova' proposta di legge sul tema, si arriverebbe nel concreto allo stesso risultato.

Luca Pugliese, ha dichiarato: "Le unioni civili rappresentano un compromesso superato. È tempo di riconoscere giuridicamente ogni legame affettivo, senza eccezioni. L'Italia non può più aspettare". Francesca Romana D'Antuono, co-presidente di Volt Europa, ha sostenuto la proposta: "Viviamo un’epoca di smantellamento dei diritti sociali, che trascina con sé anche quelli civili. È un primo passo verso una società davvero eguale, dove nessun amore è invisibile".

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Il comitato ha detto che la proposta si rifà al "principio di uguaglianza sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani e dalla Costituzione italiana". Il matrimonio egualitario per tutte le coppie, secondo i promotori, "non solo è un argine contro l’omolesbobitransfobia", ma anche per tutelare figlie e figli "delle coppie non eterosessuali", oltre a "un importante segnale di maturità democratica e civile. L'amore è amore. E ogni amore merita di essere celebrato con pari dignità e diritti".

Ora che il quesito è stato depositato, inizierà la raccolta firme. Al momento non è ancora aperta: il via ufficiale dovrebbe arrivare il 25 aprile. Servono 500mila dirme perché il referendum passi alla fase successiva, ovvero i controlli della Corte di Cassazione e della Corte costituzionale, che dovranno eventualmente valutare se il quesito sia costituzionale e se sia ammissibile. Sarà possibile sottoscrivere la proposta di referendum sulla piattaforma online del ministero della Giustizia, accedendo con Spid o Carta d'identità elettronica. In più, il comitato promuoverà anche dei banchetti in diverse città italiane per informare dell'iniziativa.

Non è la prima volta che un quesito simile viene depositato. La stessa iniziativa era stata portata avanti dal Comitato per il matrimonio egualitario negli scorsi anni. Il comitato aveva poi deciso di sospendere la proposta in attesa di una sentenza della Corte costituzionale. Dato che la sentenza è arrivata, nel 2024, e ha dichiarato incostituzionale un passaggio della legge Cirinnà, Fabrizio Marrazzo (esponente del comitato) sostiene che il testo della nuova proposta, uguale a quello del vecchio quesito, "non sia più valido", e quindi corra il rischio di "essere respinto". A breve, ha detto, "ripresenteremo un quesito con le dovute integrazioni alla luce di quanto già espresso dalla Consulta". Il comitato "Uguali!" ha comunque fatto sapere di aver tenuto in conto la sentenza in questione. Se il numero necessario di firme sarà raggiunto, saranno la Corte costituzionale e la Cassazione a stabilire se il quesito è valido.

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