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Referendum, “No” avanti secondo i sondaggi, ma resta alto il numero degli indecisi

Secondo una media elaborata da YouTrend – aggiornata al 16 novembre – i contrari alla riforma avrebbero un distacco sui “Sì” di sei punti. Gli ultimi sondaggi, invece, danno il “No” avanti con un vantaggio tra i tre e i dieci punti. Ad ogni modo, il numero degli indecisi – seppur ridotto – resta molto alto. Secondo YouTrend si aggira intorno al 22,1%, ma in giro ci sono anche stime maggiori.
A cura di C. T.
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Mancano poco più di due settimane al referendum sulla riforma costituzionale del 4 dicembre e il "No" sembra essere in vantaggio. Secondo una media elaborata da YouTrend – aggiornata al 16 novembre – i contrari alla riforma avrebbero un distacco sui "Sì" di sei punti. Gli ultimi sondaggi, invece, danno il "No" avanti con un vantaggio tra i tre e i dieci punti. Ad esempio una rilevazione Cise-Il Sole 24 Ore pubblicata oggi dà il "No" avanti di cinque punti, al 34% contro il 29% del "Sì", mentre gli indecisi o propensi ad astenersi stanno al 37%. Secondo il sondaggio, l'intenzione di voto è influenzata dal giudizio sull'azione del governo di Matteo Renzi, per il 61% è "abbastanza o molto negativo". In ogni caso, la tendenza sembra chiara, anche alla luce del fatto che nelle ultime settimane è sceso il numero degli indecisi sul voto al referendum. Se a settembre, infatti, "Sì" e "No" erano parecchuo vicini, il vantaggio del voto contrario si è prima allungato a ottobre, poi ridotto e infine decisamente consolidato.

Ad ogni modo, il numero degli indecisi – seppur ridotto – resta molto alto. Secondo YouTrend si aggira intorno al 22,1%, ma in giro ci sono anche stime maggiori. Per un sondaggio dell’istituto Demopolis, ad esempio, sono il 25% delle persone contattate. La cifra, insomma, è suscettibile di cambiamenti, e va presa con cautela.

Domani, comunque, sarà l'ultimo giorno in cui sarà possibile diffondere sondaggi riguardanti il referendum del 4 dicembre. Secondo una direttiva dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni – Agcom, infatti, è vietata la "pubblicazione o diffusione dei risultati degli stessi nei quindici giorni precedenti le consultazioni". I sondaggi, insomma, continueranno a essere commissionati e fatti fino al giorno del referendum – e solitamente accade così – ma ne è vietata la diffusione.

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