Referendum Lega e Radicali sulla giustizia: di cosa stiamo parlando
Alleati a sorpresa, la Lega e il Partito Radicale hanno depositato in Cassazione i sei quesiti per un referendum sul tema della giustizia. Il comitato promotore è guidato da Matteo Salvini e Maurizio Turco e la sua richiesta è quella di modificare alcune norme riguardanti la carriera e il lavoro dei magistrati, ma soprattutto i limiti alla custodia cautelare e la rimozione dell’incandidabilità prevista dalla legge Severino. La presentazione dei quesiti referendari in Cassazione rischia, però, di aprire uno scontro interno alla maggioranza, considerando che della riforma della giustizia si sta occupando in questi giorni la ministra Marta Cartabia, che in particolare si sta concentrando ora sulla riforma del Csm.
I quesiti del referendum sulla magistratura
Il primo quesito del referendum proposto da Lega e Radicali riguarda proprio le elezioni al Consiglio superiore della magistratura: ciò che viene chiesto è l’eliminazione della raccolta firme per i magistrati che vogliono candidarsi a Palazzo dei Marescialli. Così facendo, secondo i promotori, si permetterebbe a tutti i magistrati di candidarsi senza il rischio del condizionamento delle correnti. Il secondo quesito riguarda invece la responsabilità diretta dei magistrati: secondo Lega e Radicali, infatti, al momento non esiste un “adeguato obbligo di rendere conto delle eventuali decisioni sbagliate assunte”.
Sul ruolo dei magistrati si concentrano anche il terzo e il quarto quesito. In uno si chiede di considerare anche i componenti non togati dei collegi giudiziari (come avvocati e professori) nelle valutazioni sulla professionalità dei magistrati. L’altro quesito, invece, torna a chiedere la separazione delle carriere dei magistrati: l’obiettivo è quello di ottenere una netta e definitiva divisione tra la figura del pubblico ministero e quella del giudice.
I quesiti su custodia cautelare e legge Severino
I quesiti più divisivi, però, sono il quinto e il sesto. Il quinto prevede di introdurre un limite alla custodia cautelare: secondo i promotori il carcere preventivo è diventato “una forma anticipatoria della pena, con evidente violazione del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza”. L’ultimo quesito, invece, chiede l’abolizione di una parte della legge Severino, quella che prevede la sanzione accessoria dell’incandidabilità per le cariche di parlamentare, consigliere e presidente di Regione, sindaco e amministratore locale, in caso di condanna per alcuni reati. Questa misura viene ritenuta “sproporzionata” dai promotori del referendum e per questo ne viene chiesta l’eliminazione.