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Referendum, la vittoria del No trainata da giovani, disoccupati e ceti più poveri

Info Data del Sole24Ore ha messo a confronto la percentuale del Sì nelle province italiane con il risultato del Pd alle ultime elezioni politiche e a quelle europee del 2014. Il No ha totalizzato risultati migliori in province con più giovani, alti tassi disoccupazione e redditi più bassi.
A cura di Claudia Torrisi
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Foto Fabio Cimaglia / LaPresse 04-12-2016 Roma Referendum Costituzionale Nella foto un momento del voto Photo Fabio Cimaglia / LaPresse 04-12-2016 Rome (Italy) Referendum on constitutional reforms In the pic the voting

A trainare la vittoria del No al referendum costituzionale di domenica sono stati per lo più i giovani, i disoccupati e, in generale, i ceti con un reddito minore. Info Data del Sole24Ore ha messo a confronto la percentuale del Sì nelle province italiane dove sono presenti alcuni indicatori demografici ed economici con il risultato del Pd alle ultime elezioni politiche e a quelle europee del 2014.

Dall'analisi emergono diversi aspetti. Il primo è di ordine demografico, e viene fuori da un rapporto tra gli over 65 e i giovani tra i 18 ed i 30 anni residenti (dati Istat). Dove questo rapporto è più basso, è più alta la percentuale degli elettori che hanno votato No alla riforma costituzonale. A Napoli e Caserta, ad esempio, dove gli under 30 e gli over 65 sostanzialmente si equivalgono, i No hanno superato il 70%; a Ferrara, invece, dove il rapporto è di 2,6 anziani per ogni ragazzo, non sono arrivati a oltrepassare il 53,5%. L'unica eccezione è Bolzano, dove il rapporto è di 1,3, ma il Sì ha totalizzato il risultato migliore a livello nazionale: 63,69%.

Il secondo aspetto riguarda il lavoro: tra i giovani discoccupati il No ha fatto risultati ancora migliori. Secondo le rilevazioni di InfoData, al crescere della disoccupazione tra chi ha 18 e 29 anni, aumenta anche la percentuale di voti contrari alla riforma costituzionale. Un esempio – stavolta perfettamente in linea con il trend nazionale – è Bolzano, la provincia dove il tasso di disoccupazione giovanile è minore in assoluto, di poco superiore all’8%, roccaforte del Sì. Dall'altro lato, a Caltanissetta, con il 54,8% degli under 30 disoccupati, il Sì ha fatto solo 28,9%. "In generale dove la disoccupazione supera il 15% il No ha ottenuto percentuali più alte della media nazionale del 59,1%", spiega l'analisi del Sole24Ore.

Infine, viene preso in considerazione il dato reddituale. Se si guarda quello medio pro capite del 2014, nelle province in cui l’imponibile non supera i 14mila euro, il Sì è rimasto ben al di sotto del dato nazionale. Fa eccezione Campobasso, con il 39,9% e un reddito medio di 11.962 euro.

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