Referendum Giustizia fallisce, risultati definitivi: quorum lontanissimo, affluenza al 20,9%
Urne deserte per il referendum sulla Giustizia: la consultazione è un clamoroso flop. Con i dati completi di 7.903 comuni su 7.903 i cinque referendum abrogativi sulla Giustizia, promossi da Lega e Radicali, non raggiungono il 50% più uno degli elettori, e quindi non possono essere ritenuti validi. L'affluenza è bassissima, è sotto il 21% dell'elettorato.
Dalla Lega, già poco dopo le 20, arriva un messaggio di ringraziamento agli elettori, in cui tra le righe si ammette la sconfitta: "La Lega ringrazia i milioni di italiani che hanno votato o voteranno nonostante un solo giorno con le urne aperte, il silenzio di troppi media e politici, il weekend estivo e il vergognoso caos seggi visto per esempio a Palermo". Il riferimento è al caos che si è determinati nel capoluogo siciliano, con almeno 50 sezioni che alle 7, orario in cui in teoria avrebbero dovuto aprire i seggi, mancavano i presidenti di sezione, che avevano dato forfait il giorno prima. Matteo Salvini, ha espresso "preoccupazione e sconcerto" al capo dello Stato, Sergio Mattarella, per "il grave danno arrecato alla democrazia in una delle città più importanti d'Italia". Poco prima lo sfogo: "Pazzesco, a due ore dall'inizio del voto decine di seggi ancora chiusi, e in altri si può votare solo per il Comune ma non per i referendum. Il ministro Lamorgese, il presidente Draghi e il presidente Mattarella ritengono che tutto ciò sia normale?". In serata arriva anche il commento della titolare del Viminale, Luciana Lamorgese: "È gravissimo che a Palermo, senza alcun preavviso, un elevato numero di presidenti di seggio non si sia presentato per l'insediamento, ovvero abbia rinunciato all'incarico, ritardando l'avvio delle operazioni di voto". Ma l'election day è ormai compromesso. Vediamo nel dettaglio i risultati definitivi.
Referendum Giustizia, i risultati definitivo
Il risultato della consultazione, come si diceva, è nullo. Quando i dati del Viminale sono praticamente completi appare chiaro che a recarsi alle urne è stato appena il 20,9% degli aventi diritto. Nel dettaglio, quando manca ormai una manciata di comuni, il Viminale riporta i seguenti dati sull'affluenza: Quesito 1 (incandidabilità dopo condanna, cioè abolizione della legge Severino): 20,95%; Quesito 2 (limitazione misure cautelari, come carcerazione preventiva o domiciliari): 20,93%; Quesito 3 (separazione funzioni dei magistrati, cioè stop alle cosiddette ‘porte girevoli' nella magistratura): 20,93%; Quesito 4 (membri laici consigli giudiziari, cioè valutazione dei magistrati da parte di avvocati e professori universitari): 20,92%; Quesito 5 (elezioni componenti togati CSM): 20,92%.
Per quanto riguarda i risultati della consultazione, anche se appunto non può essere ritenuta valida per il mancato raggiungimento del quorum, in tutti e cinque i casi hanno prevalso i sì. Quando erano state scrutinate oltre 50 mila sezioni su 61.569 il "verdetto" era il seguente: Quesito 1 (incandidabilità dopo condanna): sì 55,07%, no 44,93%; Quesito 2 (limitazione misure cautelari): sì 57,38%, no 42,62%; Quesito 3 (separazione funzioni dei magistrati): sì 76,01%, no 23,99%; Quesito 4 (membri laici consigli giudiziari): sì 74,17%, no 25,83%; Quesito 5 (elezioni componenti togati CSM): sì 74,79%, no 25,21%.