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Referendum costituzionale, Confindustria: “Ci batteremo per il sì”

Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia al Meeting di Rimini: “Noi siamo sempre più convinti per il sì e ci auguriamo, speriamo e combatteremo affinché vinca il sì”.
A cura di Davide Falcioni
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Nel referendum sulla riforma della Costituzione "noi siamo per il sì perché riteniamo che la governabilità e la stabilità siano la precondizione per una politica economica di lungo termine".  Confindustria prende ufficialmente posizione in vista della consultazione del prossimo novembre e lo fa in occasione del Meeting di Rimini, in cui oggi è intervenuto il presidente Vincenzo Boccia. Secondo il numero uno degli imprenditori italiani "questo Paese non può fare politiche di breve termine ma le deve fare di lungo periodo e per farlo ha bisogno di governabilità e di stabilità e, aggiungiamo, una terza dimensione che è quella di rimuovere le criticità del Titolo V e di rimuovere le conflittualità tra Stato e Regioni. Noi siamo sempre più convinti per il sì e ci auguriamo, speriamo e combatteremo affinché vinca il sì".

L'endorsement di Confindustria sulla riforma della Costituzione era atteso e non rappresenta una sorpresa. Boccia ha quindi dichiarato che dalla prossima legge di stabilità "ci aspettiamo delle scelte selettive perché con questo debito pubblico è evidente che non abbiamo grandi margini di manovra, dobbiamo essere corresponsabili, non possiamo chiedere la luna. Noi abbiamo un apparato industriale importantissimo, siamo il secondo Paese industriale in Europa dopo la Germania. Rafforzare le imprese italiane significa renderle competitive, riattivare il circolo virtuoso dell'economia, più investimenti, più occupazione, più domanda interna. Dobbiamo però partire dall'offerta e non dalla domanda: questa è la nostra visione di politica economica che porremo all'attenzione del Paese".

Per quanto riguarda le pensioni, Boccia ha dichiarato: "Penso che questo Paese non abbia bisogno di conflitti neanche intergenerazionali. Il problema è di priorità temporale. Se vogliamo dividere una piccola torta in questo momento, dobbiamo pensare prima di allargare la torta insieme e poi dividerla. Forse la seconda opzione è quella nell'interesse del Paese e del suo futuro, perché dividerla sul nulla è molto bello ma è un'accezione molto teorica che non ci porta da nessuna parte. Noi dobbiamo includere i giovani in questo mondo in cui sono sempre più esclusi. Dobbiamo creare ricchezza per avere un Paese più uguale, più solidale e anche più solidale tra le generazioni".

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