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Referendum cittadinanza, toccato il traguardo di 500mila firme, Meloni frena: “Non serve nuova legge”

La premier Meloni ha commentato da New York le 500mila firme raggiunte per il referendum sulla cittadinanza italiana agli stranieri: “Penso che il tempo di 10 anni sia congruo. Penso che in Italia abbiamo una ottima legge sulla cittadinanza”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo che è stato raggiunto il traguardo delle 500mila firme per il referendum sulla cittadinanza italiana agli stranieri, che chiede di ridurre da 10 a 5 anni il periodo di residenza ininterrotta in Italia prima di poter fare richiesta della cittadinanza, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato l'iniziativa da New York: "Non conosco la proposta di Forza Italia. Conosco la proposta sulla raccolta delle 500mila firme che propone di dimezzare" i tempi per ottenere la cittadinanza.

"Penso che il tempo di 10 anni sia congruo. Penso che in Italia abbiamo una ottima legge sulla cittadinanza. Non ne ravvedo la necessità. Se poi c'è un referendum decideranno gli italiani", ha detto in un punto stampa, parlando dell'iniziativa lanciata il 6 settembre da +Europa insieme ad alcune associazioni, che negli ultimi giorni ha avuto un boom di adesioni, grazie anche agli appelli rilanciati da diversi vip.

Perplessità arrivano anche da Forza Italia. "Noi presenteremo nostro proposta di legge su cittadinanza e i nostri gruppi parlamentari si riuniranno nei prossimi giorni per discuterla e poi la presenteremo ai nostri alleati e poi in Parlamento", ha detto il ministro degli esteri Antonio Tajani in una conferenza stampa a margine della 79ma Assemblea Generale dell'Onu a New York, commentando la raccolta di firme per il referendum, aggiungendo che il suo partito non si presterà "a giochetti politici" o ad emendamenti a sorpresa. "Crediamo che si debba dare cittadinanza a chi ha studiato in Italia e concluso con profitto un corso di studi di almeno dieci anni", ha continuato Tajani facendo riferimento alla scuola dell'obbligo.

Quindi ha aggiunto che vanno rivisti i criteri di cittadinanza secondo lo Ius Sanguinis "perché ci sono tante persone che non parlano italiano e non vogliono essere italiani e questo è inaccettabile di fronte a cittadini di altri paesi che vogliono essere cittadini italiani".

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"500.000 mila firme non sono un giochino – ha replicato la deputata democratica, Ouidad Bakkali, prima firmataria della mozione dem sulla cittadinanza che sarà discussa domani in aula alla Camera – Sono la mobilitazione straordinaria guidata innanzitutto da associazioni e movimenti che da anni si battono per una Riforma della legge 91/92. Sono ragazze e ragazzi con background migratorio che hanno attivato una partecipazione straordinaria. Così come l'impegno dell'On. Magi che ringrazio per la lungimiranza su questa campagna. In Parlamento domani discuteremo le mozioni che rendono palese quali sono le nostre posizioni e quali i punti di incontro su questa riforma, per migliorare la vita di centinaia di migliaia di italiani e italiane senza cittadinanza che qui sono nati, o arrivati molto piccoli, o ancora hanno intrapreso studi e progetti di vita. In Aula sarà il luogo dove esprimere il proprio pensiero e le proprie proposte, definire questo lavoro giochino è irrispettoso innanzitutto verso l'Istituzione parlamentare".

"Ce l'abbiamo fatta! Il referendum sulla cittadinanza ha raggiunto le 500mila firme nonostante i tentativi di oscurarlo. Non fermatevi: più firme abbiamo, meglio è. Continuate a firmare su www.referendumcittadinanza.it. C'è un Paese che non ha paura delle differenze, di aprirsi e di riconoscere i diritti più elementari a tante ragazze e ragazzi che nascono, crescono qui, studiano qui, lavorano qui, che vivono con noi, che si sentono già italiani a tutti gli effetti, ma si vedono negare la cittadinanza da una legge antica e superata dai fatti. Facciamo capire a questa maggioranza e a questo governo di ultradestra che c'è un'Italia che guarda al futuro con ottimismo, che crede nel valore delle differenze, che non si fa condizionare da una narrazione che ci vorrebbe chiusi, impauriti e respingenti", è il commento di Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, sui suoi profili social.

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