Referendum, Bossi diserterà le urne
A pochi giorni dal Referendum del 12 e 13 giugno molti politici hanno espresso pubblicamente le proprie posizioni sui quesiti referendari e, all'indomani della pronuncia della Corte costituzionale che ha dichiarato all'unanimità e definitivamente l'ammissibilità del referendum sul nucleare, anche Umberto Bossi e Gianfranco Fini hanno annunciato le proprie intenzioni di voto. Mentre la sinistra si sta battendo affinchè il quorum venga raggiunto, al fronte degli astensionisti si è unito oggi anche il Senatur.
"Umberto Bossi non dovrebbe andare a votare", ha affermato Marco Reguzzoni, il presidente dei deputati della Lega, interpellato in Transatlantico a Montecitorio. Il partito del Carroccio però, come ha precisato il deputato leghista, lascerà la piena "libertà di coscienza" agli elettori sui quattro quesiti referendari riguardanti il nucleare, legittimo impedimento e acqua: "Ognuno deciderà come meglio crede" ha dichiarato Reguzzoni. Infatti, uno degli esponenti di spicco del partito leghista, il governatore del Veneto Luca Zaia ieri si era pronunciato sull'argomento, annunciando il suo voto favorevole a due quesiti del referendum: "Non ho mai fatto mistero che domenica andrò a votare per i referendum. E sull'acqua e sul nucleare saranno due sì da parte mia".
Diversamente da Bossi, Gianfranco Fini ha dichiarato pubblicamente che si recherà alle urne: "Il presidente Napolitano – ha sottolineato il presidente della Camera – vuole fare valere la partecipazione attiva del cittadino. È vero che i cittadini possono anche restare a casa ma incentivare l'assenza di partecipazione è come dire "non impicciatevi che decidiamo noi". Io penso che ci voglia una partecipazione attiva". Fini ha inoltre precisato che "se è vero che ultimamente si è abusato del voto referendario in questo momento però il referendum non gode di buona salute e questo mi dispiace".