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Referendum, Anpi diserta Festa dell’Unità di Bologna: “Non ci fanno parlare del ‘no'”

I partigiani hanno ricevuto l’invito, ma con il divieto di fare banchetti. Ci hanno chiesto di partecipare a dibattiti che nulla hanno a che fare con il referendum”, denunciano. La senatrice renziana Puglisi: “Pazienza, rispettino il Pd la nostra festa”.
A cura di Claudia Torrisi
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L'ultimo scontro tra l'Associazione nazionale partigiani italiani e il Partito democratico si consuma sulla Festa dell'Unità di Bologna, in procinto di partire tra una decina di giorni. L'Anpi ha ricevuto – come ogni anno – l'invito, ma ha messo in forse la partecipazione. Il motivo di questa esitazione sta in delle regole ben precise, che sarebbero state imposte alla presenza dei partigiani: niente banchetti, volantini, o propaganda per il "no" al referendum costituzionale.

"Se non possiamo esprimerci, la nostra presenza è inutile, diserteremo l’iniziativa", ha spiegato Anna Cocchi, presidente della sezione bolognese dell'Anpi, che ha precisato che "ci hanno  detto che non possiamo fare campagna nel nostro banchetto, e nemmeno distribuire volantini e materiale per il no, ma così la nostra presenza è inutile. Non credo che parteciperemo. Del resto non siamo stati chiamati nemmeno alle altre feste in giro per il territorio". Anche se la decisione definitiva sulla partecipazione arriverà tra qualche giorno – quando sarà convocata la presisenza – la direzione sembra chiara. Anche perché, ha proseguito Cocchi, "ci hanno chiesto di partecipare anche a eventuali dibattiti. Tutti incontri su temi che, seppur di grande importanza, non hanno nulla a che fare con il referendum. Mentre la difesa della Costituzione è proprio quello che ci sta a cuore in questa fase. Se ci inviteranno a un dibattito, valuteremo la proposta. Ma non ci può essere un tira e molla. Dobbiamo essere alla pari". A Bologna i rapporti tra Anpi e Pd sono stati fino a questo momento "ottimi", ha concluso l'esponente locale, che ha promesso di continuare a lavorare "per mantenerli tali". Ma, "allo stesso tempo è chiaro che la nostra posizione sul referendum non fa piacere al Pd, e questo rende tutto più difficile. Ma dobbiamo essere liberi di esprimerci. Questa è la prima condizione e quella più importante".

Alla decisione dell'Anpi di non partecipare alla festa dem fa da contraltare la reazione della senatrice Francesca Puglisi, responsabile Scuola nella segreteria di Matteo Renzi, che ha risposto semplicemente dicendo "Pazienza. Amen. Che posso dire…". Secondo la parlamentare, l'associazione dei partigiani "garantisce i valori dellantifascismo. Rispetto a questi temi, che sono anche nel nostro statuto, il Pd terrà sempre le porte apertissime all'Anpi. La riforma della Costituzione però non mette in nessun modo in discussione quei valori. È una riforma che tenta di modernizzare la Costituzione, senza nemmeno toccare la sua prima parte. Forse la presidente Cocchi dimentica che persino i padri costituenti definirono un compromesso al ribasso la scelta del bicameralismo perfetto. Forse dimentica che nel '94 Achille Occhetto propose un progetto di riforma ben più ardito di quello di questo governo, perchè consentiva al premier di nominare e revocare i ministri. Era un progetto di legge sostenuto dagli allora Democratici di Sinistra, i Ds, di cui la stessa Cocchi faceva parte, se non sbaglio". Puglisi ha ammesso che "possono esserci opinioni diverse, ma che l'Anpi pensi di fare una battaglia politica che non c'entra nulla con l'antifascismo, contro di noi, all'interno della nostra festa, mi pare sinceramente un po' troppo". Il punto è che "bisogna che anche l'associazione dei partigiani rispetti il Pd, che ha sostenuto e votato questa riforma, e che legittimamente la sostiene all'interno delle sue feste. Un rispetto che estendo anche ai volontari del Pd che per un intero mese lavorano dentro le feste Pd. Volontari tra i quali ci sono anche iscritti all'Anpi che voteranno sì al referendum, tra l'altro".

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