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Referendum costituzionale 20 e 21 settembre 2020

Referendum 2020 sul taglio dei parlamentari, quanto si risparmia davvero se vince il Sì

Il referendum costituzionale sul taglio del numero dei parlamentari permetterà, in caso di vittoria del Sì, di ridurre non solo la quantità degli eletti ma anche delle spese. Con risparmi per le casse dello Stato che vengono, però, spesso sovrastimati o sottostimati. Andiamo a vedere quanto risparmierebbe davvero lo Stato con il taglio dei parlamentari.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il 20 e il 21 settembre gli italiani sono chiamati a votare per il referendum costituzionale e per decidere se confermare o meno la riforma che prevede il taglio del numero dei parlamentari. Riforma approvata a ottobre in Parlamento, ma per cui 71 senatori hanno chiesto un referendum confermativo. E quindi senza necessità di raggiungere un quorum affinché sia valido. Con il taglio si passerebbe da 630 a 400 deputati e da 315 a 200 senatori. In totale, quindi, verrebbero ‘tagliati’ 345 parlamentari, passando da 945 a 600. Una delle ragioni per cui questa riforma è nata riguarda il taglio delle spese per il funzionamento delle Camere. Ma quanto si risparmia davvero riducendo il numero dei parlamentari? A quanto ammonterebbero ogni anno le minori spese per le casse dello Stato in caso di approvazione del taglio?

Quanto si risparmia alla Camera con il Sì al referendum

Per valutare a quanto ammonta il risparmio derivante dalla riforma Pagella politica ha verificato per Agi il bilancio della Camera, nel quale vengono riportate le voci relative alle indennità e ai rimborsi versati ai parlamentari. I dati sono quelli del triennio 2018-2020, ma anche il bilancio per l’anno finanziario 2019 e le previsioni di bilancio per il triennio 2020-2022 confermano le stesse cifre. Per le indennità la spesa è di 81,2 milioni l’anno, per i rimborsi di 63,6 milioni. Per un totale di 144,9 milioni di euro l’anno. Un costo che corrisponde, dividendo per il numero dei deputati, a poco meno di 230mila euro a testa (per la precisione 229.976). Il risparmio potenziale, facendo due calcoli, ammonterebbe a circa 52,9 milioni di euro l’anno.

Taglio dei parlamentari, il risparmio al Senato

Al Senato le cifre variano, seppur leggermente, di anno in anno. Se andiamo a vedere il bilancio di previsione del 2020, per esempio, la cifra per l’indennità è di 41,9 milioni di euro, a cui aggiungere 37 milioni di rimborsi. Arriviamo così a circa 79 milioni di euro l’anno. Diviso per gli attuali 315 senatori siamo a una spesa di circa 250mila euro a testa. Il risparmio, calcolando questa cifra per 200 senatori, in questo caso sarebbe leggermente inferiore ai 29 milioni di euro l’anno.

Quanto si risparmia davvero con il taglio degli eletti

Il risparmio, calcola ancora Pagella politica per Agi, sarebbe del 5,5% alla Camera e del 5,4% al Senato. Per un totale di meno di 82 milioni di euro l’anno. Va detto, comunque, che il risparmio viene calcolato solo sugli stipendi dei parlamentari, senza considerare tutte le spese accessorie che comunque scenderebbero riguardando un numero minore di persone. Considerando la spesa complessiva dello Stato, nella legge di Bilancio 2020 stimata a 662 miliardi, il risparmio corrisponderebbe allo 0,01% del bilancio statale.

Esistono, però, anche altri calcoli, come quelli effettuati dall’Osservatorio conti pubblici. Secondo cui il risparmio sarebbe inferiore, ammontando a solamente 57 milioni di euro l’anno, per un totale di 285 milioni a legislatura. La differenza sta soprattutto nel computo delle tasse pagate dai parlamentari, che fa quindi scendere la cifra totale che lo Stato paga effettivamente ai parlamentari, senza che venga restituita in tasse. Eliminando imposte e contributi, di fatto, il risparmio annuo sarebbe di 37 milioni per la Camera e di 20 per il Senato secondo l’Osservatorio. Anche in questo caso, comunque, non tenendo conto delle spese accessorie che non sono considerate in quelle relative agli stipendi.

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