Reddito di cittadinanza: si può rinunciare?
Per Luigi Di Maio è solo una “fake news”: non ci sarebbero beneficiari del reddito di cittadinanza che hanno chiesto di rinunciare alla misura. Eppure da giorni sono in tanti a dire di voler ritirarsi e non accedere più al sussidio. Anche se, almeno finora, non è possibile rinunciare ufficialmente al reddito. Ma presto lo si potrà fare: come conferma l’Inps a Fanpage.it, infatti, a breve dovrebbe essere approntato dall’istituto di previdenza un sistema per rinunciare alla misura e dovrebbe essere comunicato quale sarà la procedura da seguire. Una questione che, forse, è stata sottovalutata: probabilmente nessuno all’Inps si aspettava l’idea di tante rinunce. E ora si sta quindi correndo ai ripari. Anche con un altro sistema: quello del simulatore che permetterà ai contribuenti di conoscere prima l’importo del reddito.
I rinunciatari potrebbero essere spinti soprattutto da due motivazioni: l’importo dell’assegno mensile più basso di quanto prevedevano o il fatto che hanno altre attività di lavoro in nero non dichiarate. Per cui vorrebbero evitare i controlli e le pesanti sanzioni che sono previste per chi lavora in nero e accede al reddito di cittadinanza. C’è però una grossa incognita sulla rinuncia al reddito: si dovrà restituire tutto l’importo fino a quel momento? O solo una parte? Su questo non ci sono ancora chiarimenti e probabilmente si saprà solamente quando l’Inps comunicherà tutte le specifiche riguardanti le rinunce.
Come si rinuncia al reddito di cittadinanza
Appurato che sarà possibile rinunciare al reddito di cittadinanza, rimane da capire quali saranno i moduli da presentare e come sarà possibile farlo. Ricordiamo che per fare domanda le possibilità erano tre: in via telematica, alle Poste e nei Caf. Presumibilmente anche per le rinunce i canali saranno gli stessi tre, utilizzando un apposito modulo che l’Inps dovrebbe predisporre a breve.
In attesa delle procedure ufficiali, l’ipotesi più facilmente percorribile per avvicinarsi alla rinuncia è quella di non utilizzare la card ricevuta per il reddito. Anche perché, in questo caso, l’ipotesi peggiore sembra essere quella di restituire l’importo caricato (e quindi non speso). Qualche dubbio in più c’è sull’ipotesi di non andare a ritirare la carta una volta che si viene convocati dalle Poste. C’è poi un’altra ipotesi, quella di far decadere il beneficio. Un’opzione sconsigliata, comunque, visti i rischi e le conseguenze. Il sussidio decade nel caso in cui non si sigli il Patto per il lavoro o assentandosi alla formazione professionale (dopo la seconda assenza ingiustificata). Decade, inoltre, quando si rifiutano le tre offerte di lavoro ricevute: ma in questo caso, prima di riceverle tutte e tre, può anche passare un anno e mezzo. Il problema della decadenza del reddito è che una volta che ciò accade devono passare almeno 18 mesi – e per tutti i componenti dello stesso nucleo familiare – per poter richiedere nuovamente la misura con una nuova domanda.
Il simulatore del reddito di cittadinanza
L’Inps metterà a disposizione dei contribuenti anche un simulatore per calcolare l’importo del reddito di cittadinanza che riceverebbero nel caso in cui avessero i requisiti per accedere. Questo simulatore consente di valutare anche il possesso dei requisiti di reddito e patrimonio, oltre che la misura spettante. Si tratta di un sistema che è stato già adottato, ma per il momento può essere utilizzato solo dalle strutture territoriali dell’Inps sul portale intranet dell’istituto. Si può effettuare la simulazione “tramite dati relativi a una Dsu attestata valida” o “tramite dati Isee autodichiarati e indicatori simulati”. Presto il simulatore sarà allargato a tutti gli utenti che potranno accedere sul portale internet Inps. Per farlo servirà il Pin o la Carta nazionale dei servizi o, ancora, lo Spid.