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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Reddito di cittadinanza, secondo M5S solo il 90% dei beneficiari lo richiederà

Nella valutazione tecnica allegata al provvedimento del reddito di cittadinanza – che ancora non è stato reso pubblico – il governo ha inserito una sorta di aggiustamento statistico del 10% che di fatto va a ridurre la platea effettiva e di conseguenza l’impatto economico della misura. La platea potenziale conta sempre oltre 5 milioni di individui, ma l’esecutivo prevede che solo il 90% chiederà effettivamente il reddito.
A cura di Charlotte Matteini
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La platea degli aventi diritto al reddito di cittadinanza rimarrà sempre uguale, ovvero superiore ai 5 milioni di individui in stato di povertà, ma secondo fonti del Movimento 5 Stelle solo il 90% degli aventi diritto richiederà davvero la misura. In sostanza, nella valutazione tecnica allegata al provvedimento – che ancora non è stato reso pubblico – il governo ha inserito una sorta di aggiustamento statistico del 10% che di fatto va a ridurre la platea e di conseguenza l'impatto economico della misura. Se 100 persone avranno diritto al reddito di cittadinanza, questo non significa che tutte e 100 lo richiederanno concretamente e dunque la platea potenziale può rimanere invariata ma allo stesso tempo viene calibrata su un numero di richiedenti effettivi inferiore, spiegano fonti di Palazzo Chigi.

"Con il Rei, ad esempio, la percentuale di chi ha fatto realmente richiesta era molto più bassa di chi ne aveva diritto", è il ragionamento alla base della valutazione tecnica. Dal punto di vista del decreto sul Reddito di Cittadinanza, dunque, non ci sarà alcuna variazione, solo un aggiustamento tecnico/statistico. Questo aggiornamento va a sommarsi alla serie di informazioni diffuse in questi giorni dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio.

Come chiarito pochi giorni fa, potranno richiedere il reddito di cittadinanza i cittadini che dimostreranno di guadagnare meno di 780 euro mensili e che avranno un Isee inferiore a 9360 euro annuali e non possiederanno case di proprietà oltre alla prima abitazione. Chi non avrà un affitto a carico, riceverà un assegno mensile decurtato della quota di affitto imputato pari a 280-300 euro al mese (dunque non oltre 480 euro mensili in caso di residenza in una casa di proprietà). Il reddito dovrebbe partire da fine marzo 2019. "Chi si dimette non prenderà il reddito. Su questo saremo rigorosi. Ci sono obblighi ben precisi che i percettori di reddito dovranno rispettare", ha chiarito Di Maio lo scorso 11 dicembre. Per ulteriori dettagli, a questo punto, bisognerà aspettare il testo del decreto legge, che secondo fonti parlamentari dovrebbe essere reso pubblico entro la fine dell'anno.

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