Reddito di cittadinanza, Matteo Renzi: “È atto di masochismo, state facendo paura agli italiani”
Il primo via libera dell’Aula del Senato al decretone su reddito di cittadinanza e quota 100 in tema di pensioni è atteso nella giornata di oggi e a Palazzo Madama, per le dichiarazioni di voto, a prendere la parola è l’ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi: “Vedremo se questo decreto vi permetterà di avere un 2019 bellissimo, di abolire la povertà e rilanciare il boom economico. Sono parole del presidente Conte e del vicepremier Di Maio. Per noi non è così. Questo dl per noi è sbagliato. Con questo decreto certificate di aver mentito agli elettori”. In particolare, l’ex segretario del Pd sottolinea: “Per il reddito di cittadinanza ci sono solo 4 miliardi di euro, non avete abolito la Fornero, non avete fatto quota 41 e avete mentito sulla flat tax e i rimpatri. Questo decreto segna la fine dell'innocenza del governo gialloverde di fronte alle promesse fatte in campagna elettorale. Ben più grave: segna un atto di masochismo di fronte alla crisi economica che stiamo per vivere. Mancano all'appello 40 miliardi di euro, manca anche il ministro dell'Economia all'appello in quest'Aula e ne capisco l'imbarazzo”.
Renzi si sofferma anche sulle dichiarazioni di Giarrusso, senatore del M5s, a lui riferite, anche se risalenti al 2015: “Chi dice a me che devo essere impiccato provoca una reazione nel gruppo del Pd, chi ci vuole far tacere costituisce un amplificatore. Ma chi dice a me che devo essere impiccato non fa paura, ma crea una situazione di disagio al paese. Quando il ministro va dai gilet gialli spaventa gli investitori internazionali. Quando date messaggi sbagliati sullo spread state mettendo in pericolo i risparmi degli italiani. Voi non fate paura a noi, state facendo paura agli italiani. Cambiate strada prima che sia tardi”, conclude il suo intervento l’ex presidente del Consiglio.
Il senatore del Pd attacca il governo sulla Tav e sulle infrastrutture, chiedendo cosa abbia intenzione di fare sulle grandi opere e criticando il ministro delle Infrastrutture: “Il problema è che c’è Toninelli, questo è il punto problematico”. Non mancano le critiche al vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, sui dati sul mercato del lavoro: “I dati positivi del 2018 derivano dalle misure del passato, dal primo giugno al 31 dicembre l’Istat segna una regressione dei posti di lavoro”.
Tornando sul reddito di cittadinanza, per il Pd risponde a una “visione del mondo che non abbiamo. Il futuro non è una minaccia, non possiamo immaginare che non lavoreremo più come dice Casaleggio. Se c’è la povertà non si combatte creando un sussidio e trovando 6mila navigator che ancora non abbiamo capito chi assumerà. Non potete immaginare che il futuro della Repubblica sia un sussidio, l’assistenzialismo, un messaggio diseducativo verso i nostri giovani”.
Renzi aggiunge ancora:
Questo sguardo che noi abbiamo, di affetto verso l’Italia, di chi porta dei risultati perché quando abbiamo governato noi i posti di lavoro sono aumentati; questo sguardo si scontra con un linguaggio di odio, contro una cantante che dice aprite i porti, che porta un maestro a dire a un bambino di colore che è brutto, è un linguaggio d’odio che non può permettere al vostro gruppo di avere chi dice che un senatore deve essere impiccato. Questo linguaggio d’odio è un linguaggio da cui voi dovete prendere le distanze. Che porta a dire a un senatore del nostro gruppo che deve bruciare all’inferno.