Reddito di cittadinanza, l’assegno medio mensile sarà di 500 euro
L’importo medio mensile del reddito e della pensione di cittadinanza potrebbe essere di 500 euro. A rivelarlo è Il Sole 24 Ore, anticipando le stime dei consulenti del ministero del Lavoro. Ma, sottolinea il giornale economico, è un importo che si scontra con i fondi stanziati: 7,1 miliardi per l’erogazione del reddito, uno per le pensioni e uno per i centri l’impiego. Il problema sarebbe la platea potenziale della misura, quantificata in 5 milioni di persone. Intanto il ministero del Lavoro ha trasmesso questa prima bozza del decreto sul reddito di cittadinanza al ministero dell’Economia: circa 20 articoli, su cui si dovrà esprimere la Ragioneria generale.
Tra le novità previste dal decreto – che non verrà discusso prima dell’approvazione della manovra, slittando probabilmente a gennaio – si prevede la possibilità di sei mensilità sotto forma di sgravio per le imprese che assumono non solo lavoratrici donne, come già annunciato, ma anche disoccupati di lungo periodo (ovvero da più di due anni). Per le altre assunzioni rimangono tre le mensilità. Confermate le 100 ore di formazione gratuita. Invariati anche i requisiti di reddito, con un Isee massimo annuale di 9.360 euro. E nessuna novità sui termini riguardanti il patrimonio mobiliare.
Si prevede una quota affitto di 300 euro da aggiungere all’assegno, sempre rimanendo nel limite dei 780 euro mensili per i single. Una cifra che viene eliminata in caso di appartamento di proprietà. In base al numero dei componenti della famiglia l’assegno cresce con dei coefficienti: lo 0,2% in più per ogni adulto e lo 0,4% in più per ogni minore. Si può arrivare, in caso di famiglia con due disoccupati e quattro figli, a un assegno record da 18mila euro annui.
Le tessere per il reddito di cittadinanza
Ieri il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, ha provato a mettere a tacere la polemica sulla stampa delle tessere per il reddito di cittadinanza, nata proprio da sue dichiarazioni degli scorsi giorni. Di Maio ha assicurato che la stampa spetterà a Poste italiane. Proprio come avveniva con la social card di Tremonti, in plastica e con il chip. Come spiega la Repubblica, sarà possibile rivolgersi a Poste, senza un bando, perché il contratto stipulato dieci fa proprio dall’allora governo Berlusconi, è ancora aperto. Tanto che la carta acquisti di allora viene ancora stampata. E lo stesso accordo viene sfruttato anche per il Reddito di Inclusione. Il problema è che ancora non c’è una norma per il reddito e quindi la stampa non può essere consentita. Il provvedimento arriverà, probabilmente, a gennaio. E prima non sarà quindi possibile iniziare con la stampa da parte di Poste: il circuito finanziario sarà invece quello di Mastercard.