Reddito di cittadinanza, la bozza del progetto presentato a Di Maio: come funzionerà a partire da una app
Una prima bozza del meccanismo del reddito di cittadinanza è stata anticipata dal Fatto Quotidiano. 34 slide, parliamo di documenti non ufficiali e che potrebbero anche non essere seguiti, quantomeno non alla lettera, in cui viene presentato il progetto di Mimmo Parisi, docente universitario della Mississippi State University e direttore del National strategic planning and analysis research center che si occupa proprio di centri per l’impiego. A settembre il ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, gli ha affidato l’incarico di studiare il sistema del collocamento. La prima bozza diffusa dal Fatto prevede che i primi passi vengano mossi già a partire da novembre, cosa in realtà molto difficile visti i tempi stretti. Ma la vera e propria rivoluzione dei centri per l’impiego è prevista per inizio anno.
Il percorso prevede tre tappe. La prima durerà fino ad aprile con un focus sull’idoneità, ovvero la preparazione dei centri per l’impiego e degli strumenti necessari, con il contestuale inizio delle campagne di marketing per attrarre i datori di lavoro e fornire informazioni ai cittadini. Nei centri per l’impiego ci dovranno essere figure professionali come gli psicologi del lavoro. Inoltre, si dovrebbero creare un ufficio nazionale e consultivi per macro-aree, oltre che uffici regionali e locali. Ad aprile partirebbe la seconda tappa, che si protrae fino a fine 2019, con un focus sulla forza lavoro, cioè l’elaborazione delle domande. Poi si arriva all’integrazione del sistema: dovrebbe entrare tutto a regime a partire dal 2020.
Dal primo gennaio 2019 partirà anche il sito web, mentre da febbraio gli utenti avranno a disposizione un numero verde per chiedere quali documenti servano. Da aprile si potrà compilare la domanda online sul portale o in un centro per l’impiego, per poi caricare i documenti per verificare l’idoneità. A quel punto il beneficiario riceverà un sms di conferma. Dopo due settimane, un altro sms fisserà l’appuntamento in un centro per l’impiego. L’istruttore, in quell’occasione, esaminerà la domanda, iscrivendo la persona interessata ai corsi di formazione.
Tutta la pratica può essere gestita attraverso lo smartphone, con un’app che permette di cercare lavoro e di aggiornare i dati sul proprio profilo. Il reddito verrà erogato con la carta elettronica e dal telefono si può controllare l’importo disponibile. Ma molto si dovrà fare per i centri per l’impiego. Oggi sono 471 in tutta Italia e costano 300 milioni di euro l’anno. Ma producono solo il 2,4% delle assunzioni. Manca il personale e mancano gli specialisti: solo il 24% del personale, per esempio, ha una laurea.
Le slide di presentazione del meccanismo per il reddito
La prima bozza viene presentata attraverso delle slide, nelle quali si prende ad esempio il caso di un fantomatico Mario Rossi, residente a Roma. I toni della presentazione (non ufficiale, va ribadito) sono euforici: “Mario è entusiasta del reddito di cittadinanza”. Ma lo stesso cittadino “non ha competenze né esperienza”. Dalle slide si nota come si punti però solo sui giovani, con un sistema che vive sostanzialmente online. Tanto da sottolineare che quasi tutti i giovani tra i 13 e i 34 anni usano internet, escludendo però tante altre fette di popolazione che avranno ugualmente diritto al reddito di cittadinanza. Anche perché online si dovranno caricare foto e documenti, operazione non semplice per chi è meno abituato al mondo digitale.
Quando Mario scopre l’app, nella storiella illustrata dalle slide, tornano i toni euforici: “Mario sente un forte legame con l’Italia e con Roma. L’idea di riuscire a ottenere un buon lavoro nella sua città ha riacceso la speranza di Mario. Adesso è determinato a trovare un lavoro e a contribuire allo sviluppo della sua città, mentre la speranza e l’ottimismo di Mario crescono”. Quando poi Mario riceve la card elettronica “inizia a sognare di ottenere uno stipendio e un lavoro sostenibili. Inizia a sognare quanto sarebbe bello diventare direttore di sala di un ristorante”. Perso tra i suoi sogni, Mario aggiorna il suo profilo con l’obiettivo di diventare, un giorno, direttore di sala di un ristorante. Il sistema continua a funzionare, però, solo tramite l’app. Tanto che Mario trova lavoro con l’app. E qua un altro punto critico della presentazione, perché si parla di un lavoro “non ben retribuito”, ma che lo aiuta “a conseguire l’esperienza per diventare un giorno un direttore di sala”. Calpestando, però, ogni diritto del lavoratore considerando che in questo prospetto Mario continua a ricevere il reddito di cittadinanza, avendo quindi uno stipendio di certo inferiore a 780 euro mensili.
A questo punto entra in gioco Sofia, proprietaria di un ristorante che deve assumere personale. Si continua a dare per scontato che chi cerca personale lo faccia tramite questa app e in nessun’altro modo. “Sofia sogna di assumere i lavoratori più qualificati per creare il miglior ristorante”, si legge ancora. Anche se l’idea, fino a poco prima, era che i lavoratori registrati non avessero queste competenze. Poi si torna a Mario: “Mario si sorprende perché il centro per l’impiego si è ingrandito e sembra offrire molti servizi legati alla ricerca di un’occupazione. Ha un nuovo look e un nuovo logo e l’edificio è molto più bello”, si legge riferendosi a quanto avverrebbe in pochi mesi: una rivoluzione dei centri in sei mesi, in un mondo che sembra più fiabesco che reale.
Si racconta poi dei corsi di formazione che il centro per l’impiego trova per Mario che così aggiorna il suo profilo e viene invitato a candidarsi per un lavoro come cameriere. Mario trova così lavoro, in questo mondo ideale in cui tutto funziona alla perfezione. “Anche se non riceve più il sussidio, Mario sa che i nuovi centri per l’impiego aiutano chiunque in Italia a connettersi con il mondo del lavoro” e per questo torna in un centro per iniziare un programma di formazione per diventare direttore di sala. Così, alla fine, Sofia trova il profilo aggiornato di Mario (più di due anni dopo aver iniziato la ricerca) e lo invita a candidarsi. “Mario ottiene il lavoro dei suoi sogni” e così “i beneficiari entrano nel mondo del lavoro, l’economia italiana cresce e attrae investimenti da parte di nuove aziende”. E vissero tutti felici e contenti.