Reddito di cittadinanza, Inps smentisce Lega: “Nessuna irregolarità, controlli efficaci”
Nella giornata in cui si accende la polemica sul reddito di cittadinanza e sull’efficacia della misura introdotta per volontà del Movimento 5 Stelle, interviene anche l’Inps diffondendo i dati relativi alle domande presentate al 31 luglio. In particolare, sono 1.491.935 le richieste presentate: tra queste 922.487 sono state accolte, quasi 400mila respinte e circa 170mila sono in evidenza per ulteriore attività istruttoria. A essere respinte, quindi, sono state il 26,8% delle domande. Inoltre, l’istituto di previdenza comunica che finora sono state presentate 1.025 rinunce, mentre per 32mila nuclei familiari è decaduto il beneficio.
Per quanto riguarda le domande, vengono lavorate entro il 15 del mese successivo a quello di presentazione: per agosto i flussi di pagamento che arrivano dopo l’elaborazione delle domande sono partiti il 9 del mese. Nella nota anche il presidente dell’istituto di previdenza, Pasquale Tridico, commenta: “Abbiamo ricevuto quasi 1,5 milioni di domande di Reddito di cittadinanza e ne sono state accolte più di 922mila. Ricordo che nella relazione tecnica bollinata dalla Ragioneria Generale dello Stato i nuclei interessati dalla misura sono 1,2 milioni, quindi molto probabilmente il numero dei percettori dovrebbe ancora crescere”.
Tridico parla poi dei controlli, rispondendo – indirettamente – alla Lega e a Massimo Garavaglia, secondo cui il 70% dei percettori sarebbe irregolare: “I controlli incrociati dell’Inps con le banche dati collegate sono stati massivi e preventivi rispetto all’accoglimento delle domande e la loro efficacia è dimostrata dal fatto che più di un quarto delle domande è stato respinto. Abbiamo continui contatti con l’Agenzia delle Entrate, l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, la Guardia di Finanza e le altre Autorità di controllo e l’azione sinergica delle Amministrazioni dello Stato sta facendo emergere il lavoro nero di chi ha provato comunque a chiedere il reddito di cittadinanza, anche se la maggior parte di chi lavora a nero non fa domanda di Reddito di cittadinanza”.
Il presidente dell’Inps prosegue: “In particolare, la Guardia di Finanza ha a disposizione 600mila beneficiari da noi forniti; di questi esaminerà i profili di rischio, cioè individuerà una piccola parte che, per come selezionata, è anche possibile raggiunga elevate percentuali di irregolarità, ma questo dimostrerà la bontà dei sistemi di individuazione del rischio e di controllo adottati, restando poco rilevante rispetto al totale dei beneficiari. Al momento comunque non ci sono dati. Inoltre se ci sono state truffe come accade a volte con altre prestazioni (ad es. percettori di Naspi che lavorano a nero o falsi invalidi), saranno severamente perseguite ai sensi di legge”.