Reddito di cittadinanza, Inps anticipa le risposte: da metà aprile l’esito delle richieste
Nessuno stop alle domande. Anzi, un’accelerazione nelle risposte che l’Inps fornirà alle Poste per chi ha richiesto il reddito di cittadinanza. Da una parte, quindi, l’errore formale contenuto nel decretone, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, verrà presto corretto e non inficerà la presentazione delle richieste per il reddito. Dall’altra, spiega l’istituto di previdenza contattato da Fanpage.it, la trasmissione del flusso degli ordinativi di accreditamento sulle carte del reddito partirà già a metà aprile. In anticipo rispetto a quanto inizialmente preventivato, quando l’ipotesi era quella di inviare le risposte tra il 26 e il 30 aprile. Con conseguente partenza dell’erogazione del reddito da maggio. Anticipando la data, l’Inps permetterà alle Poste di avere tempi leggermente meno stretti per accreditare già a maggio il sussidio, convocando intanto i beneficiari per fornirgli la card. Le accettazioni, quindi, verranno inviate alle Poste già a partire dal 15 aprile circa.
L’errore in Gazzetta ufficiale
Oggi si è aperto un nuovo caso sul reddito di cittadinanza, rientrato comunque dopo poche ore. La Repubblica ha scoperto che nel testo pubblicato in Gazzetta ufficiale del decreto, approvato negli scorsi giorni in Parlamento, c’è un errore. Viene riportato, parlando della nuova scala di equivalenza, un riferimento al fatto che verrebbero esclusi i maggiorenni dalla ricezione del beneficio. In realtà sembrerebbe essere saltata semplicemente una riga, in cui si spiegava che potevano ricevere il sussidio tutti i maggiorenni che ne hanno diritto. Stando al testo attuale, invece, chi ha più di 18 anni sarebbe escluso. All’errore si porrà rimedio con una correzione in Gazzetta ufficiale che dovrebbe arrivare entro domani.
In ogni caso, nulla cambia per le domande da presentare e presentate. Perché, sottolinea ancora l’Inps, i moduli forniti dall’istituto non contengono alcun errore e sono diversi dal testo riportato in Gazzetta. Il modello “rispetta il senso delle norme approvate”, assicurano dall’Inps. Inoltre anche il ministero del Lavoro ha preso posizione, spiegando che non c’è alcun problema. D’altronde tutto ciò che scrive e fa l’istituto di previdenza viene “autorizzato proprio dal ministero”. Oggi il ministero del Lavoro ha assicurato che sul reddito non c’è alcun problema: “L'Inps lavora su norma autentica e corretta. C’è stato un errore di trascrizione degli uffici parlamentari sull'emendamento approvato in Commissione. È stato già trasmesso alla Gazzetta ufficiale il testo modificato. Non c’è alcun problema sulle domande già presentate. La scala di equivalenza non è un elemento della domanda, ma è solo descritta, peraltro correttamente, a fini informativi”.