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Reddito di cittadinanza, le ultime notizie

Reddito di cittadinanza e quota 100, il nuovo governo vuole confermarle: “Non si toccano”

Reddito di cittadinanza e quota 100 non si toccano, garantisce il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro. E, in effetti, il sussidio voluto dal M5s non sembra correre rischi, mentre qualche modifica più importante potrebbe invece essere pensata per l’anticipo pensionistico.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il reddito di cittadinanza e la quota 100 non si toccano. Il nuovo governo, guidato ancora da Giuseppe Conte e formato da M5s e Pd, non bloccherà le due riforme introdotte con la scorsa legge di Bilancio. Ad assicurarlo è il neo-sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Riccardo Fraccaro, che in un’intervista al Corriere della Sera assicura: “Abbiamo dimostrato di essere in grado di individuare coperture solide per le nostre proposte, lo faremo anche stavolta. Reddito e Quota 100 non si toccano, garantisco”. Eppure Fraccaro sa bene che la legge di Bilancio “sarà il nostro banco di prova”, quando il governo sarà chiamato a trovare le risorse per evitare l’aumento dell’Iva e, stando a quando sostiene l’ex ministro, confermare in toto reddito di cittadinanza e quota 100.

La conferma del reddito di cittadinanza

Nell’accordo tra M5s e Pd, in effetti, non sembra che si sia discusso di una cancellazione di queste due misure. In particolare quella che sembra più certa di una conferma è proprio il reddito di cittadinanza, un sussidio che sicuramente si avvicina di più alle posizioni di Pd e Leu, entrambi parte della nuova maggioranza. Questo non vuol dire che non ci possa essere qualche cambiamento, ma l’impianto strutturale della misura non sembra a rischio, mentre qualcosa potrebbe cambiare soprattutto per quanto riguarda la fase due del reddito di cittadinanza, quella riguardante la ricerca del lavoro da parte dei beneficiari.

I dubbi sulla quota 100

Qualche rischio in più lo corre la quota 100, l’anticipo pensionistico per i lavoratori che abbiano almeno 62 anni di età e almeno 38 di contributi versati. Già negli scorsi giorni si ipotizzava una forte rimodulazione della misura, con la possibilità concreta di anticipare la sua chiusura (ricordiamo che quota 100 è stata introdotta in via sperimentale fino al 2021) al 2020. Il cambio di approccio verso quota 100 viene evidenziato anche da Dario Stefano, senatore del Pd, intervenendo a Radio Cusano Campus: “Va a scadenza con il prossimo anno, certamente non è nostro intento continuare con quell’approccio, ma destinare risorse ad altri interventi”.

Il tagliando su Rdc e quota 100

Chi chiede un cambio di passo o, quantomeno, una verifica sulle due misure che hanno caratterizzato più di ogni altra l’operato del governo giallo-verde, è la Cgil con il suo segretario Maurizio Landini. Intervistato da Radio Capital, ieri Landini ha sostenuto che in entrambi i casi va fatto un tagliando e ha sottolineato che è necessario fare di più per combattere la povertà, non essendo il reddito di cittadinanza sufficiente a sconfiggerla. Per quanto riguarda la quota 100, invece, Landini è certo che va fatto un tagliando per capire chi l’ha presa e chi no e per valutare anche le altre misure che vanno messe in campo in tema pensionistico.

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