Reddito di cittadinanza, Castelli: “Anche il Nord ne ha bisogno. Eviteremo abusi incrociando banche dati”
Come sarà il reddito di cittadinanza di cui tanto si sta parlando in questi giorni? Come effettivamente saranno erogati e potranno essere spesi questi soldi destinati a circa 6,5 milioni di persone in stato di povertà? In un'intervista concessa al Corriere della Sera, il viceministro Laura Castelli ha provato a rispondere a queste domande e dipanare qualche dubbio.
"Sosterremo i cittadini, da una parte col reddito di cittadinanza, che è una misura di riconversione industriale, e dall’altra con quota 100, che fra tanti risultati servirà anche a favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro", spiega Castelli, aggiungendo:
Perché il reddito di cittadinanza è una «misura di riconversione industriale»?
«Perché, con la rivoluzione tecnologica del lavoro, serve un meccanismo, come in tutta Europa, che permetta di riqualificarsi e rientrare al lavoro senza che nel frattempo si muoia di fame».La Lega avrebbe voluto limitare al massimo le risorse per un sussidio che andrà prevalentemente al Sud e che considera assistenziale.
«No, diciamo che il reddito è una misura che abbiamo sempre spinto noi. Ma non è assistenziale. E di riconversione industriale il Nord ne ha molto bisogno».I controlli su chi riceve il reddito saranno a campione o su tutti? E come saranno? Si vedrà quanto uno ha in banca, le case, le auto?
«La digitalizzazione serve a questo, mappare e controllare. Inoltre, chi truffa avrà 6 anni di carcere. I controlli verranno fatti a monte per vedere se quel nucleo familiare ha diritto al reddito di cittadinanza. Lo si farà incrociando le banche dati. A questo si assocerà la tracciabilità, per smascherare eventuali abusi».