Reddito di cittadinanza a ex Br, Catalfo: “Etro e Gaeta possono averlo, verifiche su Saraceni”
Il caso del reddito di cittadinanza agli ex brigatisti si è riacceso con la notizia che a percepire la misura introdotta dallo scorso governo è anche Federica Saraceni. Ora la questione torna nel dibattito parlamentare, con il question time presentato dalla Lega – che il reddito di cittadinanza l’ha introdotto con la scorsa legge di Bilancio – al ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo. Catalfo risponde all’interrogazione leghista ribadendo la sua “profonda e umana vicinanza ai familiari delle vittime” e spiegando di aver già sollecitato il ministero e le altre pubbliche amministrazioni coinvolte per “fornire una risposta a questa vicenda, come a tutti quei casi analoghi che potrebbero verificarsi”.
Catalfo spiega che dopo il precedente question time è stato “avviato un confronto tra le amministrazioni coinvolte per lo svolgimento di ogni approfondimento che possa chiarire i contorni della questione. Sono in corso approfondimenti che intendono pervenire a un chiarimento sul piano generale circa i requisiti di accesso al reddito, ma anche far luce sulla compatibilità o meno degli arresti domiciliari con gli obblighi previsti dal decreto”.
Etro e Gaeta possono ricevere il reddito di cittadinanza
L’interrogazione riguarda anche altri due casi, quelli di Massimiliano Gaeta e Raimondo Etro: “Dagli elementi raccolti risulta che entrambi i soggetti hanno espiato la pena: per tale motivo e nel pieno rispetto del dettato costituzionale che sancisce che le pene devono tendere alla reintroduzione del condannato, che deve essere reinserito nella società a una condizione di parità rispetto a tutti gli altri, possono godere in tal modo degli strumenti previsti dal nostro sistema di welfare".
I controlli contro i furbetti del reddito di cittadinanza
Sui controlli per i beneficiari del reddito di cittadinanza si concentra l’interrogazione presentata da Fratelli d’Italia. Catalfo sottolinea che la misura si basa su un “impianto sanzionatorio fondamentale: per chi lo percepisce in modo fraudolento sono previsti da 2 a 6 anni di carcere. Controlli e sanzioni che avvengono anche con l’incrocio delle banche dati”. “Nel primo semestre – afferma il ministro del Lavoro – sono stati scoperti 185 lavoratori in nero percettori della misura, testimonianza del buon funzionamento dell’apparato dei controlli”.
Un concorso in parte riservato ai precari di Anpal
Ultima questione affrontata è quella dei precari di Anpal servizi, posta dal Pd: “Il ministero – risponde Catalfo – non ritiene priva di dubbi una procedura di passaggio automatico dal contratto a tempo determinato all’indeterminato: questa trasformazione non deve violare la legge a cui devono attenersi anche le società a controllo pubblico. Anche il regolamento interno di Anpal non è mai stato sottoposto all’approvazione del cda di Anpal ed è inoltre in corso un’indagine della Corte dei conti nei confronti dell’agenzia. Oggi la situazione percorribile è quella di procedere, di comune accordo con la funzione pubblica, a bandire un concorso in parte riservato al personale già dipendente. Non posso fare a meno di ricordare che la complessità della questione impone il compimento delle più scrupolose verifiche”.