Reddito cittadinanza, meno domande nel primo trimestre rispetto al 2022, ma tornano a crescere a marzo
Secondo gli ultimi dati dell'Osservatorio Inps sul Reddito di cittadinanza, le famiglie che a marzo hanno percepito il sussidio o la Pensione di cittadinanza sono state 1.005.654, sostanzialmente stabili rispetto a febbraio per un importo medio a nucleo di 572,16 euro. Più nel dettaglio, nel mese di marzo 2023 i nuclei beneficiari di Reddito di Cittadinanza sono 902mila (90%) mentre i nuclei beneficiari di Pensione di Cittadinanza sono 103 mila (10%), per un totale di un milione di nuclei.
In base agli ultimi dati oltre i due terzi, 674.427 nuclei, sono residenti nel Sud o nelle Isole. Nel complesso sono interessati dalla misura nel milione di famiglie circa 2,15 milioni di individui, così ripartiti: 1,55 milioni nelle regioni del Sud e nelle Isole, 338mila nelle regioni del Nord e 267mila in quelle del Centro. Si segnala poi che i nuclei percettori di Rdc, rispetto ai nuclei percettori di Pdc, hanno un peso minore nelle regioni del Nord, e maggiore al Centro e soprattutto nel Sud e Isole.
Nel mese di marzo sono stati spesi per il sussidio contro la povertà 575,39 milioni mentre nei primi tre mesi dell'anno sono stati spesi 1,8 miliardi (2,1 del primo trimestre 2022).
Nel I trimestre del 2023 domande in calo rispetto al 2022
Le domande per richiedere l'assegno risultano in diminuzione nel primo trimestre del 2023 rispetto al periodo analogo dell'anno scorso: tra gennaio e marzo sono arrivate all'Inps 299.467 domande di Reddito o Pensione di cittadinanza, in calo di quasi il 25% (per l'esattezza 24,8%) rispetto alle 398.229 dello stesso periodo del 2022.
Dalle tabelle diffuse dall'Inps emerge però che le domande sono tornate a crescere a marzo, dopo la riduzione di febbraio. Eppure la ministra del Lavoro Calderone legge il quadro come positivo: "I dati dell’Inps che attestano la riduzione di domande di Reddito di cittadinanza è la prima conseguenza del miglioramento dei tassi d’occupazione a cui assistiamo ormai da qualche mese. Ed è la dimostrazione che il lavoro è la migliore politica di inclusione sociale. Una direzione su cui continuare a investire energie e risorse".
Tra gennaio e marzo 2023 è stato revocato il beneficio a circa 27mila nuclei: sono stati 73mila nel 2022, 107mila nell'anno 2021 e 25mila nel 2020. I motivi per cui è possibile che il beneficio venga revocato sono diversi. La motivazione più frequente è l'accertamento della "mancanza del requisito di residenza/cittadinanza".
I nuclei decaduti dal diritto nei primi tre mesi del 2023 sono stati 111mila: nel 2022 sono stati 314mila, 343mila nell'anno 2021 e 256 mila nel 2020. La causa più frequente è legata alla variazione dell'Isee, che supera la soglia prevista, causa che manifesta il suo effetto principalmente a febbraio, in occasione della presentazione della nuova Dsu. Tra i motivi di decadenza ci sono anche i casi di variazione della composizione del nucleo familiare.
I nuclei percettori di Rdc con un solo componente sono i più numerosi
In attesa delle modifiche annunciate al sussidio contro la povertà con la scomposizione in tre misure, le famiglie con un solo componente restano quelle più numerose con 458.217 su poco più di un milione e un importo medio di 463,23 euro. Le famiglie con almeno sei componenti sono 17.750 per 113.698 persone coinvolte e un importo medio nel mese di 820,35 euro. I nuclei con cinque componenti sono 44.911 per 224.555 persone coinvolte e un assegno medio di 809,09 euro.
La provincia con più beneficiari di Rdc è quella di Napoli
La provincia con il numero maggiore di percettori di reddito o pensione di cittadinanza resta quella di Napoli, con 146.888 famiglie, 380.171 individui coinvolti e una media di 657,32 euro a nucleo. Napoli supera largamente l'insieme dei percettori in Lombardia, Piemonte e Veneto (poco più di 134mila) mentre la Campania (230.556), la Sicilia (206.015) separatamente superano l'intero Nord (188.477). I nuclei con presenza di disabili sono 197.086 per 444.143 persone coinvolte e un importo medio di 515,76 euro.