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Reddito cittadinanza, Dell’Olio (M5s): “Ridurre requisito residenza stranieri a 8 e poi a 5 anni”

In un’intervista a Fanpage.it il senatore del M5s Gianmauro Dell’Olio spiega gli emendamenti alla manovra presentati per trovare una soluzione per i navigator e per migliorare il Reddito di cittadinanza.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il senatore del M5s Gianmauro Dell'Olio, capogruppo pentastellato in commissione Bilancio, in un'intervista a Fanpage.it, affronta il tema della scadenza del contratto dei navigator, fissata al 31 dicembre 2021. Nella manovra non è stato previsto alcuno stanziamento per dare continuità al loro lavoro.

Per queste figure, che servono a far funzionare la parte di politiche attive del Reddito di cittadinanza, si prospettano due strade: una proroga ponte, fino al 30 aprile 2022, soluzione che servirebbe a tamponare momentaneamente il problema, per evitare di mandare a casa di colpo 2500 lavoratori; la seconda possibilità (che non esclude la prima) è quella di introdurre queste figure nell'ambito del programma di Garanzia Occupabilità dei Lavoratori (GOL), che si prefigge lo scopo di mettere a sistema le politiche attive del lavoro.

Per il attuare il programma, finanziato con i fondi del Pnrr, sono necessarie specifiche convenzioni da stipulare tra ministero amministrazioni regionali. Come ha suggerito la stessa sottosegretaria al Lavoro Rossella Accoto (M5s), che ha lavorato a stretto contatto con il ministro Orlando, proprio in fase di attuazione dei piani regionali sarebbe utile ricorrere a tecnici specializzati nelle politiche attive del lavoro e nell'orientamento, che abbiano già superato una procedura selettiva ad evidenza pubblica, come quella sostenuta appunto dai navigator, i quali hanno già maturato un'importante professionalità nel settore, maturata sui territori. Senza di loro il rischio è che i Centri per l'impiego vadano al collasso, nonostante siano già partiti i concorsi 11600 persone. Queste procedure in alcune Regioni si sono quasi concluse, ma in molte altre i concorsi non sono nemmeno partiti. Ma anche se nei primi mesi del 2022 venissero assunte queste nuove risorse, sicuramente non sarebbero già formate per accogliere i percettori di Rdc.

Del rischio ingolfamento dei Centri per l'impiego è convinto anche il senatore Dell'Olio, che ha presentato un emendamento alla manovra per chiedere intanto un rinvio della scadenza di queste risorse, assunte da Anpal, l'Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro che dipende dal ministero del Lavoro: "La proroga di quattro mesi dei navigator che noi proponiamo è solo funzionale alla norma che sta preparando il governo, e che speriamo possa essere approvata in contemporanea con la legge di Bilancio – ha spiegato il senatore Dell'Olio – Il lavoro che hanno svolto i navigator è un lavoro di alto profilo, sono stati formati per questo e sarebbe assurdo che lo Stato perdesse queste professionalità". Tale emendamento sarà sicuramente sottoscritto anche dal sentore Tommaso Nannicini del Partito Democratico.

Pochi giorni fa il ministro della Pa Renato Brunetta ha annunciato pubblicamente di essere disposto a coordinarsi con il ministro del Lavoro  Orlando per trovare un nuovo inserimento per questi lavoratori, tutti laureati, con una votazione di almeno 107/110: "Ora è la Funzione pubblica che deve dare una risposta, perché i fondi del Pnrr per quanto riguarda questa misura sono gestiti proprio dal ministero della Pa, e quindi sono loro che devono mettere a posto il meccanismo tecnico che serve a sbloccare la situazione. Il nostro emendamento è solo di ausilio alla soluzione del governo", ha detto Dell'Olio.

Gli altri emendamenti alla manovra per modificare il Rdc

Il senatore Dell'Olio ha proposto anche un emendamento modificare il requisito di residenza richiesto agli stranieri che aspirano a ricevere il Reddito di cittadinanza. Già il Comitato scientifico per la valutazione del Reddito di cittadinanza, presieduto dalla professoressa Chiara Saraceno, aveva proposto di far scendere il requisito di residenza in Italia dagli attuali 10 anni a a 5 anni, una misura che secondo i calcoli del Comitato scientifico sarebbe costato 300 milioni, per includere nella misura altre 68mila famiglie.

Nell'emendamento presentato da Dell'Olio si parla di una riduzione progressiva: "Il presente requisito è ridotto a 8 anni a decorrere dal 1 gennaio 2022 e a 5 anni a decorrere dal 1 gennaio 2023 di cui, in entrambi i casi, gli ultimi due, considerati al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell'erogazione del beneficio, in modo continuativo", si legge nel testo.

Il casellario giudiziale come requisito per ottenere il Rdc

Un'altra proposta, sempre a firma di Dell'Olio, prevede invece che si debba consegnare il casellario giudiziale insieme alla domanda per ottenere il Rdc. Recita il testo: "All'atto di formulazione della richiesta di cui all'articolo 5, deve altresì essere consegnata copia del certificato del casellario giudiziale". 

"I costi relativi alla procedura sono anticipati dal richiedente il benefico e successivamente restituiti, in caso di esito positivo della procedura di erogazione del beneficio, attraverso la Carta Rdc entro la fine del mese successivo alla trasmissione della domanda". 

"È vero che in questo modo aggiungiamo il costo del casellario giudiziale, ma non spenderemmo più tutti quei soldi per i controlli della Guardia di Finanza sui cosiddetti ‘furbetti'", ha detto Fanpage.it il senatore Dell'Olio, che ha spiegato così il meccanismo virtuoso: "In questo modo se nel casellario giudiziale c'è una sentenza non compatibile con il Reddito di cittadinanza il richiedente non presenterà più la domanda, e i soldi anticipati per la procedura non verrebbero rimborsati. È normale che una misura di questa portata, come è il Reddito di cittadinanza, debba avere dei correttivi. Si parte, si va avanti, si vede come vanno le cose e poi si fanno gli aggiustamenti. Se si aspetta di avere fin da subito una normativa perfetta si rischia di rimanere troppo fermi in cantiere. È corretto intervenire in corso d'opera".

"Per attaccare questa misura è stato detto spesso che i percettori del sussidio sono dei fannulloni che vogliono stare sul divano e che gli imprenditori non riescono a trovare lavoratori da assumere, per colpa del Rdc. A me piace molto parlare di numeri: i percettori sono circa 3 milioni e mezzo di persone, 1 milione e 300 mila nuclei familiari. Parliamo più o meno di un milione e mezzo di persone abili al lavoro. Vorrei fare una domanda a questi imprenditori: vi siete recati ai Centri per l'impiego? Perché se i percettori di Rdc non ricevono in modo formale l'offerta non si può nemmeno dire che i beneficiari di Rdc la rifiutano. È facile colpevolizzare un sistema quando non si seguono le regole del sistema", ha aggiunto il senatore.

"Mi chiedo inoltre se questi imprenditori abbiano offerto un salario in linea con quello che dovrebbe essere un salario minimo accettabile. Se i datori di lavoro hanno chiesto di pagare le persone in nero, e queste persone hanno rifiutato perché ricevono già l'assegno del Rdc, è giusto, perché non si possono più schiavizzare i lavoratori. Perché una persona che ha bisogno di lavorare accetta di tutto, anche lavori che non sono garantiti dal punto di vista della sicurezza".

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