Recovery, Renzi rivendica: “Ci hanno definito irresponsabili, ora ci danno tutti ragione”
Matteo Renzi, leader di Italia Viva, rivendica il ruolo centrale del suo partito nel Recovery plan. E lo fa in una enews in cui si sofferma poco sulla crisi di governo, ribadendo però che le sue richieste e quelle del suo partito erano legittime e alla fine sono state condivise da tutti nella maggioranza. Renzi fa un resoconto di quanto avvenuto sul Recovery plan, partendo dalla richiesta di fare in fretta del 22 luglio. Poi nessuna risposta per “ben cinque mesi – racconta –. Fino a quando l'8 dicembre il Governo prova ad approvare il testo senza che nessuno lo abbia visto prima e prova a introdurre un emendamento da votare in legge di Bilancio per esautorare i ministeri. Italia Viva dunque si mette di traverso, i compagni di coalizione ci attaccano, un ministro della Repubblica dice che noi siamo come Orban. Poi però si mettono a leggere le carte e scoprono che abbiamo ragione noi. Prima ci definivano irresponsabili, poi ci danno ragione”.
Renzi sottolinea che non c’è “nessuna richiesta di poltrone, nessuna polemica pretestuosa, nessun atto irresponsabile. Quello che noi stiamo facendo si chiama POLITICA: studiare le carte, fare proposte, dare idee. Molti pensano che fare politica sia solo mettere un like. Noi in Italia Viva pensiamo che fare politica sia approfondire, studiare e poi decidere, non vivere di slogan e superficialità. Irresponsabile sarebbe sprecare centinaia di miliardi dei nostri figli facendo debito cattivo e non investendo sulla sanità, sull'educazione, sull'innovazione”.
“Noi siamo ormai abituati. Prima ci insultano. E poi ci danno ragione senza ammetterlo”, prosegue il senatore di Iv. Per Renzi questo è quanto avvenuto sul rapporto Stato/Regioni, sul bicameralismo, sui diritti sociali, sui vaccini, sulla centralità della scuola. “Adesso è avvenuto anche sul Recovery Plan dove – almeno a parole – ci stanno dando ragione”, prosegue. L’ex presidente del Consiglio conclude: “Tutte le volte che abbiamo posto questi temi siamo stati insultati, contestati, attaccati. Ma tutte le volte abbiamo usato il coraggio – tutto il coraggio che abbiamo – per chiedere di essere giudicati sulle idee e non sulla simpatia o antipatia”.