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Recovery plan, Colao dice che l’Italia sarà prima in Europa sul digitale

Vittorio Colao ha illustrato in audizione gli obiettivi della transizione digitale nel Recovery plan, lanciando anche un messaggio chiaro: la visione Digital Compass dell’Ue si pone il 2030 come anno per raggiungere la piena digitalizzazione, ma “noi vogliamo essere tra i Paesi più vicini a realizzarla entro il 2026”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il ministro dell'Innovazione tecnologica e della Transizione digitale del governo Draghi, Vittorio Colao, ha illustrato in audizione alle Commissioni di Camera e Senato i punti del Piano nazionale di ripresa e resilienza di competenza del suo ministero. "La transizione digitale del paese è una missione centrale – ha spiegato ai parlamentari – Il Next Gen Eu prevede che almeno il 20% dei fondi destinati agli Stati membri sia destinata all'innovazione digitale, si tratta di 40 miliardi per l'Italia, ma la cifra sarà nettamente superiore". Il supermanager, già voluto da Conte a capo della famosa task force, ha elencato i suoi obiettivi: "La transizione digitale è un fondamentale cambiamento nelle nostre vite, è una grande occasione di crescita e occupazione e dobbiamo cogliere questa opportunità soprattutto per i giovani".

La visione Digital Compass europea ha l'obiettivo di raggiungere una piena digitalizzazione entro il 2030, ma "noi vogliamo essere tra i Paesi più vicini a realizzarla entro il 2026", ha annunciato Colao. Il ministro ha spiegato i sei punti in cui si articolano le misure previste: ammodernare ed estendere le infrastrutture digitali in tutto il Paese; il servizio cloud computing; assicurarsi che i dati della Pubblica amministrazione siano pienamente utilizzabili; accesso ai servizi; la sicurezza; la competenza delle persone.

Colao ha illustrato anche le misure che il governo intende mettere in campo: "Potenziare la banda ultralarga, un intervento essenziale per assicurare la modernizzazione del Paese, stiamo verificando la dimensione degli investimenti necessari, incrementando quelli previsti originariamente". E ancora la "digitalizzazione della Pubblica amministrazione" con "l'introduzione del cloud", la "interoperabilità" e le "applicazioni per i cittadini". Il ministro ha spiegato che "va ribaltata la narrazione della Pa come servizio inaccessibile al cittadino, spostando sui canali digitali il maggior numero possibile di interazioni". Poi la cybersicurezza e il servizio civile digitale.

Sono tre le riforme necessarie secondo Colao: "La prima riguarda un diverso modo di acquistare beni e servizi informatici, che sia più veloce, la seconda una creazione di una struttura di supporto alla trasformazione digitale, la terza il rafforzamento delle competenze digitali della Pubblica amministrazione". E poi il fascicolo sanitario elettronico e la scuola, con "l'impulso alle discipline scientifiche". Il ministro ha sintetizzato il proprio pensiero in una frase in conclusione: "Digitale per una vita più facile, più sana, più inclusiva e per un'Italia più forte nel contesto internazionale".

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