Recovery fund, Gualtieri: “Il negoziato potrebbe chiudersi già al Consiglio europeo di oggi”
"È decisivo chiudere il negoziato al più presto, se possibile già in questo Consiglio europeo. Io sono fiducioso". Lo dice in un'intervista al ‘Corriere della Sera' il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, nel giorno del vertice europeo decisivo per il negoziato sul Recovery Fund, sottolineando che "una rapida implementazione del programma Next Generation Eu è essenziale per raggiungere una ripresa solida e sostenibile", e su questa posizione "è maturato un largo consenso, una novità politica di straordinario rilievo".
"Non stiamo diventando un'economia pianificata, tutt'altro, rimaniamo uno dei Paesi più aperti agli investimenti esteri e sono numerosi i gruppi multinazionali che hanno partecipazioni di controllo in società italiane, stabilimenti e impianti, che producono utili e lavoro", dice il titolare del Mef, rivendicando e difendendo l'accordo su Autostrade per dire che "siamo un'economia di mercato, che tutela e incoraggia l'iniziativa imprenditoriale ed è ricca di opportunità di investimento".
"E avere una strategia industriale e una visione europea sono fattori di incoraggiamento, non di freno". Pertanto, afferma, "con questo accordo si apre una pagina completamente nuova", cioè "un regime concessorio più moderno, efficiente ed equo e un'ambiziosa operazione di politica industriale volta a rilanciare un'infrastruttura strategica, imperniata su un investitore di lungo termine come Cassa depositi e prestiti, che vuole offrire una proficua opportunità di impiego del risparmio nell'economia reale e nello sviluppo del Paese".
Tanto che, secondo il ministro, "è del tutto normale e conforme a pratiche comuni di mercato che Cassa depositi e prestiti abbia un ruolo nella individuazione di partner strategici e del nucleo stabile degli investitori di lungo termine". Peraltro, aggiunge Gualtieri, "il progetto prevede la quotazione della società e l'apertura del capitale" e per quanto riguarda il debito – assicura – non si sposta da nessuna parte, resta dov'è, in Aspi, che conserverà una redditività adeguata a ripagarlo, senza gravare in nessun modo sul bilancio dello Stato". E, dunque, di conseguenza, sui cittadini. Poi a proposito del Meccanismo europeo di stablità, il ministro ricorda che "il governo non ha mai escluso l'uso della nuova linea di credito dl Mes".