Recovery Fund, cosa vuole fare il governo con i soldi dall’Europa
I leader europei hanno trovato l'accordo sul Recovery Fund da 750 miliardi di euro e il governo di Giuseppe Conte esulta per il risultato. "Una giornata storica per l'Italia", ha commentato il presidente del Consiglio. Ora i capi di Stato e di governo dovranno presentare i singoli piani di rilancio delle loro economie: questi saranno poi esaminati in sede di Commissione europea, che avrà tempo due mesi per valutarli. E infine la parola tornerà al Consiglio Ue, che però non li dovrà provare all'unanimità come chiedeva l'Olanda. All'Italia, tra prestiti e sussidi a fondo perduto, andranno 209 miliardi. Ma come verranno spesi questi soldi?
"Dovremo guardare al futuro pensando a un Paese più moderno, mettere in campo strumenti che siano in grado di dare un reale sostegno ai cittadini. Non c’è tempo da perdere, adesso agiamo con concretezza", ha commentato il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Il governo punta ad incassare subito 20 miliardi di euro, anche se le risorse del Recovery Fund ufficialmente inizieranno ad arrivare solo a gennaio 2021. Ma nell'accordo di Bruxelles l'Italia ha ottenuto delle clausole che le consentirebbero di utilizzare fin da subito il 10% di quei 209 miliardi che l'Europa le ha destinato per affrontare la crisi economica. In questo modo il Paese potrà sostenere la spesa già effettuata per le misure contro l'emergenza coronavirus: questi soldi potrebbero infatti essere usati per finanziare la proroga della cassa integrazione e per compensare le mancate entrate fiscali.
Il piano di riforme che dovrebbero rilanciare l'economia italiana è in parte già stato anticipato da Conte durante gli Stati generali dell'Economica, che si sono tenuti lo scorso giugno a Villa Pamphilj. ‘Progettiamo il Rilancio' era il nome del programma stilato dagli esperti della task force guidata da Vittorio Colao e pensato in linea con gli obiettivi indicati dall'Europa nel Next Generation Eu. In primis c'è la questione della digitalizzazione del Paese, un punto sul quale anche lo stesso Conte ha insistito molto, di pari passo con una transizione green ed ecosostenibile. Il presidente del Consiglio preme poi per un piano di investimenti che puntino a rendere la rete di infrastrutture italiane più sicure ed efficienti. Bisognerà sostenere le filiere produttive e rendere più competitivo il Paese nel mercato unico e in quello globale, uscendo finalmente dalla stagnazione economica in cui l'Italia permane ormai dalla crisi del 2008. La task force sottolineava anche l'importanza di investire nella ricerca e nell'innovazione, avvicinando il mondo accademico a quello delle imprese. C'è anche la questione della Pubblica amministrazione, che dovrà attraversare tanto un processo di trasformazione digitale quanto di sburocratizzazione. Anche la riforma della giustizia civile rimane tra le priorità del governo, e su questa spinge in particolare il Movimento Cinque Stelle. Il quale, infine, insiste anche su un altro tema: quello di abbassare la pressione fiscale per i cittadini.