Recovery Fund, Amendola: “Con le risorse UE renderemo l’Italia un Paese più giusto e più verde”
L’impegno principale del governo, nelle prossime settimane, sarà predisporre i progetti per il Recovery Fund. Un’occasione fondamentale per il ministro per gli Affari europei, Enzo Amendola. Intervistato da Fanpage.it, Amendola sottolinea come “l’Italia, per la prima volta, nei prossimi 7 anni da contribuente netto diventerà beneficiario delle risorse europee. Non era mai successo, è un’occasione storica. Quindi tutte le risorse che avremo dal Recovery e dal bilancio dovranno essere utilizzate in quella direzione”. Il lavoro del governo è già iniziato in estate: “Tutto il mese di agosto abbiamo lavorato per programmare i fondi del Next Gen”, spiega il ministro.
I progetti dell'Italia per il Recovery Fund
Dopo l’accordo sul Recovery Fund, sottolinea Amendola, “abbiamo subito iniziato a lavorare qui in Italia. Quello che abbiamo fatto, in base alle scelte del 21 luglio, è stato scegliere una direzione, come modernizzare il Paese. Renderlo più veloce, più giusto, più verde. Tutto agosto abbiamo lavorato per programmare i fondi del Next Gen e del bilancio”. Poi toccherà alla Commissione europea aprire un lavoro comune per “ratificare tutti i piani nel prossimo anno”.
L’Italia deve approfittare di questa occasione, che Amendola definisce “un grande laboratorio per modernizzare il Paese, soprattutto in una fase di difficoltà come quella che stiamo vivendo”. Per quanto riguarda i tempi per finanziare i progetti, il ministro ricorda che “da gennaio, quando il piano sarà approvato, ci sarà un pre-finanziamento del 10% del totale. Quindi dobbiamo usare questo periodo, e da tutto agosto abbiamo già iniziato, fino a fine anno per lavorare bene, perché ogni progetto deve avere costi, tempi e cronoprogrammi chiari. Non possiamo sprecare risorse, ogni progetto deve essere tarato anche per rompere le difficoltà che il nostro Paese aveva”.
Amendola sostiene che ciò che bisogna fare è individuare delle missioni per l’Italia, “che poi si tramuteranno in azioni concrete: le missioni sono un’economia sostenibile, verde, una digitalizzazione della pubblica amministrazione per portare a cittadini e imprese più diritto, più possibilità di operare in maniera più veloce e allo stesso tempo coesione sociale”. La proposta sul bilancio europeo, invece, ha finora previsto dei tagli a due progetti come Horizon ed Erasmus: “La proposta del Consiglio è in discussione al Parlamento europeo, che ovviamente contribuirà a rimodulare alcuni capitoli del bilancio. Io mi auguro che si rafforzeranno alcuni progetti come Horizon ed Erasmus”.
Il ministro sottolinea che la situazione in Ue è molto cambiata negli ultimi mesi: “Dopo l’accordo di luglio se si guardano i sondaggi si è scoperto che l’Europa c’è, è scesa in campo, non solo con risorse, ma con una politica omogenea. 27 paesi si sono uniti per difendere il mercato comune e investire sul futuro. Per la prima volta si sono fatti i bond, un tabù della storia europea. Questo sentimento nuovo partito da Bruxelles lo registro anche in Italia: più fiducia. In una fase di crisi avere un orizzonte aiuta a riprendere fiducia e a riconquistare tutto quello che abbiamo perso negli ultimi mesi”.
Amendola: nessun timore divisioni nel governo
Le divisioni nel governo, secondo Amendola, non creeranno problemi nel momento in cui si dovranno predisporre i progetti per le risorse europee: “Uno dei patti fondativi di questa maggioranza era quello di trasformare il nostro Paese in senso sostenibile, un’economia green. Il secondo era realizzare un salto di qualità tecnologico: l’Italia nelle classifiche europee è in zona retrocessione, dobbiamo risalire. Quando gli obiettivi e la visione sono chiare io non ho timore. Ovviamente discuteremo perché alcuni obiettivi avranno le priorità, però quando gli obiettivi sono chiari tutte le discussioni si risolvono sempre in maniera positiva”.
Il primo test è quello delle elezioni regionali, che per Amendola non è tanto una prova per il governo, quanto un “test europeo, perché noi eleggiamo una classe dirigente regionale, sindaci. Ma proprio perché dall’Europa è arrivato questo messaggio, io spero che dalle elezioni regionali esca fuori una classe dirigente con questa mentalità: progettare con costi, con un cronoprogrmama chiaro, questa è un’occasione non solo per il governo e il Parlamento, ma anche per le Regioni e i Comuni. Scegliere chi non va lì per chiacchierare ma per programmare il futuro".